Un momento di fede e comunione. Nel giorno della commemorazione dei defunti al cimitero di Bitonto si è svolta la Messa Solenne presieduta da Mons. Giuseppe Satriano. Un momento di preghiera, che è culminato con la cerimonia ufficiale della riconsegna alla città della chiesa della domus ultima in via Traiana. Il luogo di preghiera è stato riqualificato internamente ed esteramente, messo in sicurezza ed è stata ripristinata la funzionalità degli ascensor. I lavori, per un totale di 180 mila euro, rientrano all’interno del project financing della Desi Sri di Milano.
“Un momento importante per l’intera comunità” per il sindaco Francesco Paolo Ricci . “Questo luogo di culto viene restituito a quanti ne fruiranno – commenta il primo cittadino – proprio nel giorno dedicato al ricordo dei nostri defunti. Ringrazio tutti quelli che si sono adoperati affinché questo luogo fosse fruito da tutti quanti”.
I fedeli si incontreranno in preghiera ogni primo sabato del mese, con la guida del padre spirituale don Marino Cutrone, parroco rettore della Cattedrale
“Questa chiesa diventa, come in tutte le realtà cimiteriali, un nucleo vitale in cui la devozione delle persone può trovare spazio e anche fonte di consolazione. È un bene restituito ad una comunità che cresce e che vuole ritrovarci insieme” le parole di Mons. Giuseppe Satriano
Il pensiero dell’arcivescovo, nel giorno della commemorazione dei defunti, è andato anche a tutti coloro che stanno perdendo la vita nel corso delle guerre, specie nella terra di Gesù, nel conflitto tra Israele e Hamas. Un dramma che ci sconvolge, ma ci provoca, ha detto Satriano, che ha aggiunto come questo sia il risultato di frutti maturi di un albero malato.
“L’albero malato è proprio la nostra vita, la vita sociale, civile che conduciamo spesso molto individuale, molto centrata su noi stessi, poco attenta alla realtà, poco attenta agli altri – conclude l’arcivescovo di Bari-Bitonto -. Ci stiamo quasi abituando alla guerra e non ci stiamo indignando, creando le possibilità e le opportunità per far cogliere anche ai potenti della terra che non siamo d’accordo e che non ci rappresentano quando decidono per la guerra. Oggi è una giornata mesta per il dolore che accarezza tante famiglie, ma soprattutto per il dolore che accarezza l’umanità purtroppo e l’attanaglia. Vogliamo quindi ecco avere un pensiero per questi nostri fratelli che stanno soffrendo. Un pensiero per quanti stanno morendo. Ma anche un pensiero di maggiore responsabilità per tutti noi. Nel saper prendere tra le mani la vita e fare le scelte opportune in questo mondo che e ha bisogno di responsabilità e di libertà”.