C’è che quando uno è per tutti, poi manca terribilmente a tutti quando non c’è più. Per questo, ieri pomeriggio, la chiesa di Sant’Andrea era stracolma di gente commossa e sgomenta. Occhi smarriti nel vuoto cercavano conforto nello sguardo di un Crocifisso, nella luce tremula di una candela, nella parole consolanti del sacerdote. Ancora increduli, stavano tutti dando l’estremo saluto al giovane Pietro Cariello (che molti chiamavano Piero), il 41enne che ha perso la vita tragicamente sabato scorso, in un fatale incidente mentre si trovava in campagna a bordo del suo trattore. Piero, a detta di tutti, era davvero un pezzo di pane. “Anzi, più buono del pane”, qualcuno ha sussurrato. Cresciuto in una famiglia meravigliosa, era un instancabile lavoratore, gentile, garbato, buono, disponibile, altruista come pochi, era sempre pronto a soccorrere gli altri. Per questo addolora ancora di più la sua drammatica fine in una muta, disperante solitudine. Il suo cuore grande aveva donato battiti di luce a papà Franchino e a mamma Grazia, certo, alla sorella Anna, al fratello Gianluca, alla moglie Lucia e ai suoi cuccioli Francesco e Cristian, distrutti da un dolore assurdo e ingiusto. Ma aveva dato qualcosa di sé anche a tanti, amici e non solo, che fra i banchi stavano restituendo un sincero ciao o una calda lacrima a Piero. Che, prove e affetto di tutti alla mano, già quaggiù era un angelo. Figuriamoci Lassù, donde ora veglia sui suoi cari, con l’amore vero, profondo di sempre…