C’è
anche l’ex nosocomio di Bitonto tra gli ospedali coinvolti
nell’ambito di una inchiesta per una truffa messa in atto ai danni
del Servizio sanitario nazionale tra il 2007 e il 2009.
Per
la stessa vicenda, il giudice per l’udienza preliminare della procura
di Bari, Giovanni Abbattista, ha rinviato a giudizio 26 persone (nove
medici, due infermieri e 15 imprenditori) con l’accusa di
associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, falso e truffa
in relazione alla fornitura di gas medicinali.
I
fatti.
Secondo
gli investigatori, medici e addetti ai reparti ospedalieri
segnalavano in modo sistematico alle ditte i pazienti in dimissione
ricevendone in cambio beni e utilità, e violando la normativa
dell’Ares della Regione Puglia sulle prescrizioni ed erogazioni di
ossigeno liquido.
Dalle
indagini condotte dai carabinieri del Nas di Bari, emergerebbe che
sarebbe stata prescritta ossigenoterapia a pazienti che non ne
avevano bisogno, e avrebbero creato un
profitto e allo stesso tempo un danno erariale di sei milioni di
euro. Soldi che
le Aziende sanitarie locali avrebbero erogato alle aziende che
commercializzavano i gas medicali, la Messer Italia srl e la Medigas
Italia srl.
Oltre
a quello bitontino, sono altri nove gli ospedali coinvolti. Quattro
nella ex provincia di Bari (Triggiano,
Acquaviva delle Fonti, l’Istituto di riabilitazione di Cassano
Murge e il San Paolo), tre in Salento (Gallipoli, Casarano e
Poggiardo), quello di Torremaggiore (Foggia) e il Policlinico Umberto
I di Roma.
Al
termine dell’udienza preliminare il giudice ha inoltre prosciolto
20 persone (11 medici perché il fatto non sussiste e nove
ristoratori per prescrizione dei reati). Nel contestuale processo con
rito abbreviato il gup ha assolto un medico pneumologo dell’ospedale
Miulli di Acquaviva delle Fonti.
Il
dibattimento inizierà il 7 aprile 2016.