Carmela Lella viveva di parole e sogni. Crocifissa in un letto di dolore da quel mostro implacabile che è la distrofia muscolare, con la sua fervida fantasia si concedeva fughe immote che partorivano fiabe di speranza e luce. Sì, in quel tempo eterno e doloroso, sapeva ricamare storie che donavano meraviglia a chi le leggeva. E, come capita alle grandi anime costrette ad una crudele fissità, come astri luminosissimi faceva ruotare intorno a sé tante altre anime belle, tenute insieme dalla forza dell’amore. Così, Angela, Carmelo e Chiara, industri angeli custodi, raccoglievano i suoi pensieri ed i suoi voli e li seminavano ovunque nel mondo, affinché nulla andasse perduto di quella vicenda mirabile del cuore stupendo di Carmela.
Con la sensibilità sublime che la contraddistingue, proprio Angela Aniello le ha dedicato un post vibrante di commozione: “T’immagino lì, in quel grande azzurro che hai saputo descrivere così bene, felice di essere nuovamente libera, con mamma, papà e la tua adorata Pasqualina.
Eppure è strano sentirti così lontana, me ne devo convincere e tu mi devi dare tempo.
Prima dinanzi a te sono passati come su una pellicola meravigliosa i quarant’anni della nostra amicizia e le carezze sono venute da sole.
Sembrava stessi solo dormendo e riposando con un volto sereno, finalmente.
Adesso continua a insegnarmi il coraggio anche da lassù, perché nel mio cuore sarai sempre la mia scrittrice preferita”. Collaboratrice instancabile del “Da Bitonto”, Carmela aveva intitolato il suo ultimo libro “Il grande azzurro”, quasi presaga dell’universo purissimo e infinito che l’avrebbe accolta al termine del suo transito, per noi miracoloso, quaggiù…