Una presenza che deve far rumore. Che non vuole avere la presunzione di portare immediatamente la pace, ma vuol essere un seme d’amore da far germogliare. Una carezza per chi da ormai quattro mesi vive l’orrore della guerra.
Questo vuol essere la visita di Mons. Francesco Savino in Ucraina.
Il suo viaggio è iniziato ieri, quando insieme al Direttore dell’Abbraccio, Domenico Marino, è atterrato in Romania, e proseguirà fino ad Odessa per la “Carovana della Pace”.
Carovana, appunto, come quelle “che al passaggio alzano sì polvere ma tracciano un sentiero, una strada, un viottolo di possibilità che questi tempi bui, con penosa violenza, stanno cercando di cancellare”, aveva scritto alla vigilia della sua partenza. “Andremo ad incontrare i volti, gli sguardi, i dolori, gli umori e le paure di uomini e donne con gli stessi volti, gli stessi sguardi e dolori e umori e paure nostre. Infine e sempre sostenuti dalla grazia di Dio, pregheremo per tutte quelle vite spezzate dall’ingiustizia e dall’insignificanza della guerra”.
“Il Vangelo mi ha insegnato, tra le altre cose, ad essere il fianco dei dimenticati, il compagno di ogni uomo e di ogni donna che, in Cristo, è l’espressione più sincera della fratellanza, “sulla lunga strada dell’oggi fino ai confini del tempo”, come avrebbe suggerito Don Tonino Bello. All’assordante silenzio del mondo che, come una cupa coltre avvolge questa tristissima pagina di storia e molte altre, risponderemo con il rumore dei nostri cuori, del nostro impegno concreto e continuato, alzeremo la polvere dell’empatia, spezzeremo l’Eucarestia dell’amore in ogni luogo, affinché la potenza del corpo di Cristo reifichi la pace e diventi instancabile marcia di fraternità e sororità”.
“Vi chiedo di stringervi a me – aveva chiesto ai fedeli nella chiosa della sua lettera -, alla carovana della pace, alla rete #stopthewarnow e di stringerci al vostro cuore, con la forza della preghiera e la promessa vera della fede, perché nessun abbraccio potrà essere mai più dolce e consolante”.