I debiti del “Maria Cristina di Savoia”? Li paga il Comune.
Nei giorni scorsi, infatti, con apposito atto dirigenziale, da Palazzo Gentile hanno impegnato e staccato un assegno da 30mila euro a una serie di creditori della storica Azienda servizi alla persona di piazza Ferdinando di Borbone.
Si è trattato – come si legge nella determina – di un “atto di pignoramento presso terzi notificato in data 09/10/2018 al Comune di Bitonto su istanza della sig.ra C. A. M. L. contro l’ASP “Maria Cristina di Savoia”.
Eccoli, allora, gli “ultimi” problemi di uno dei fiori all’occhiello della nostra città, che da qualche mese ha chiuso i battenti ed è in attesa di capire se e come verrà riqualificato. Si chiamano pignoramenti presso terzi. E non sono neanche pochi. Per intenderci è quella procedura giudiziale che consente ai creditori di recuperare somme a loro spettanti e dovute attraverso l’assegnazione di somme o crediti del debitore.
E, stando a quello che ha ricostruito la “Gazzetta del Mezzogiorno” di qualche giorno fa, la situazione non è assolutamente semplice.
Succede, infatti, che non è la prima volta che il Comune – che, è bene ricordarlo, è a sua volta debitore del “Maria Cristina di Savoia” – è costretto a farsi carico dei debiti della (ex) struttura di beneficenza. Perché 17mila euro sono stati stanziati un mese fa, e altri settemila a ottobre.
Tutto è complicato perché i creditori dell’Asp non sono pochi. In cima ci sono gli ex dipendenti, rimasti senza stipendio per oltre due anni e che hanno deciso di pignorare proprio le somme che da corso Vittorio Emanuele avrebbero dovuto dare all’Istituto perché frutto di servizi socio-assistenziali effettuati proprio per suo conto.
Nell’elenco troviamo anche avvocati, tutte le aziende che hanno fornito servizi all’Ente, ma che non sono stati ancora pagati e adesso stanno battendo cassa a Palazzo Gentile, ma anche Regione e Città metropolitana, anche loro finanziatori di alcuni servizi dell’Asp bitontina.
Stando così la situazione, allora, è facilmente intuibile come gli ultimi assegni partiti da Palazzo di Città rappresentino soltanto l’ultima propaggine di una situazione di assoluta difficoltà a livello finanziario-economico sì presente nel tempo, ma diventata devastante negli ultimi anni tanto da portare lo storico istituto alla chiusura con tanto di commissariamento, e l’emblema di una importante somma di denaro che ogni anno il Comune è costretto ad accantonare per far fronte a questa problematica.