In una società sempre più all’avanguardia e attenta ai
bisogni dell’individuo la cui aspettativa di vita ha raggiunto i 75 anni circa,
si è costretti a fare i conti con la graduale perdita della capacità
riproduttiva e con la così detta “sessualità
della terza età”.
Si
è tenuto lunedì 15 febbraio, nella sala Hopper della scuola media
internazionale “Benjamin Franklin Institute” il convegno,
organizzato dalla Federanziani in
collaborazione con l’Associazione
Laboratorio, sul tema “Malattie e
Problematiche nella sfera sessuale dell’anziano”.
Il relatore, dott.
Vincenzo Verriello, esperto in Urologia, ha per prima cosa sottolineato
quanto negli anni sia aumentato l’interesse scientifico verso la sessualità
nella terza età, in quanto ora riconosciuta parte integrante della salute
psico-fisica dell’individuo.
Dopo aver esposto i cambiamenti fisiologici della
sessualità nel naturale ciclo vitale, si è proceduto con l’elencazione dei
fattori che possono influenzarla negativamente.
Componenti psicologiche come il timore di fallimenti o
il ricordo di vite passate serene, o socio-culturali, quali l’idea dell’anziano
come incapace di raggiungere il piacere sessuale, certo non aiutano chi
manifesta disturbi e per cui di primaria importanza risulta essere la diagnosi
precoce.
Tra i principali fattori di rischio delle disfunzioni
erettili, prima tra tutte l’età anagrafica, ritroviamo l’uso di farmaci, importanti
stati depressivi, il fumo, l’abuso di alcol e l’obesità, tuttavia è necessario
ricordare che in 8 casi su 10 tale sintomo non è che il primo campanello
d’allarme di altre patologie, in primis malattie cardiovascolari o il diabete.
Ormai tante e diverse sono le soluzioni al problema,
che è necessario siano però tutte valutate solo dopo consulto medico e
diagnosi, così da avviare un percorso coscienzioso e che includa anche il
partner, il cui supporto sarà fondamentale.