«Sono quasi a casa. Sto arrivando». Pare siano state queste le ultime parole che Lucrezia Natale ha detto ai suoi genitori pochi minuti prima del terribile schianto sulla strada provinciale 231 in cui, martedì sera, ha perso la vita insieme ad altri tre suoi amici. È la vittima più giovane dell’incidente. La ragazza, originaria e residente di Bitonto, aveva 16 anni. Frequentava il terzo anno del Liceo Carmine Sylos della sua città, era iscritta all’indirizzo economico-sociale. «La dirigente scolastica, professoressa Francesca Rosaria Vitelli, e la comunità tutta si riunisce attorno alla famiglia colpita dall’improvvisa scomparsa di Lucrezia, alunna del terzo liceo, durante il tragico incidente stradale». È il breve messaggio di cordoglio che si legge sulle pagine social della scuola. A ricordare il piccolo angelo volato in cielo troppo presto con parole strazianti, sono due delle amiche più intime. «Sono cresciuta insieme ad Ezia sin dalla terza elementare -ha detto Doriana, sua compagna di classe-. Voleva fare la criminologa o essere una militare. Mi mancherà tantissimo». «Aveva tantissime ambizioni -ha raccontato Dania- e una forza ineguagliabile, la stessa che molte volte manca agli adulti. Sorrideva sempre, era raro vederla piangere». Era quasi una supereroina per i suoi amici, sembrava avesse sempre la soluzione a qualsiasi problema ed era pronta a tendere la mano per farli rialzare nei momenti più difficili. «È sempre stata la ‘stronzetta di turno’ che ti faceva capire i valori veri della vita prendendoti un po’ tanto in giro, però lo faceva a modo suo e con molta sincerità», ha aggiunto Dania. La sua voce era mozzata dalla commozione e dai sospiri, pesanti quasi più di un macigno per un dolore così profondo da non poterlo sopportare. Ma ha voluto ugualmente condividere uno dei dettagli più toccanti. Ha svolto il compito di italiano, ieri, insieme ai suoi compagni di classe. «Le tracce erano pronte già da tre giorni, quindi la professoressa non avrebbe mai potuto sapere quel che sarebbe accaduto. Una di queste, l’unica che ci è stato detto di svolgere per via del dolore che stiamo vivendo, ci chiedeva di descrivere cosa fosse per noi la morte dei nostri cari. Ho parlato di Ezia -ha concluso Dania-, alla fine del testo ho scritto che da oggi in poi vivrò due vite, una per me e una per lei». Scriveva un grande poeta della letteratura italiana, Francesco Petrarca, che “la vita fugge e non si ferma neanche un istante, e la morte ci rincorre rapidamente”. A volte, è più veloce della vita stessa spezzandola inaspettatamente. E non c’è verità o parola che possano lenire il dolore, soprattutto della famiglia. «Non c’è morte, c’è cambiamento», ha scritto sui social Francesco, fratello maggiore di Lucrezia. «Mi mancherai profondamente, sorella mia. Ti porterò nel cuore per sempre. Sarai il mio angelo custode dal paradiso».
«Sono quasi a casa. Sto arrivando». Pare siano state queste le ultime parole che Lucrezia Natale ha detto ai suoi genitori pochi minuti prima del terribile schianto sulla strada provinciale 231 in cui, martedì sera, ha perso la vita insieme ad altri tre suoi amici. È la vittima più giovane dell’incidente. La ragazza, originaria e residente di Bitonto, aveva 16 anni. Frequentava il terzo anno del Liceo Carmine Sylos della sua città, era iscritta all’indirizzo economico-sociale. «La dirigente scolastica, professoressa Francesca Rosaria Vitelli, e la comunità tutta si riunisce attorno alla famiglia colpita dall’improvvisa scomparsa di Lucrezia, alunna del terzo liceo, durante il tragico incidente stradale». È il breve messaggio di cordoglio che si legge sulle pagine social della scuola. A ricordare il piccolo angelo volato in cielo troppo presto con parole strazianti, sono due delle amiche più intime. «Sono cresciuta insieme ad Ezia sin dalla terza elementare -ha detto Doriana, sua compagna di classe-. Voleva fare la criminologa o essere una militare. Mi mancherà tantissimo». «Aveva tantissime ambizioni -ha raccontato Dania- e una forza ineguagliabile, la stessa che molte volte manca agli adulti. Sorrideva sempre, era raro vederla piangere». Era quasi una supereroina per i suoi amici, sembrava avesse sempre la soluzione a qualsiasi problema ed era pronta a tendere la mano per farli rialzare nei momenti più difficili. «È sempre stata la ‘stronzetta di turno’ che ti faceva capire i valori veri della vita prendendoti un po’ tanto in giro, però lo faceva a modo suo e con molta sincerità», ha aggiunto Dania. La sua voce era mozzata dalla commozione e dai sospiri, pesanti quasi più di un macigno per un dolore così profondo da non poterlo sopportare. Ma ha voluto ugualmente condividere uno dei dettagli più toccanti. Ha svolto il compito di italiano, ieri, insieme ai suoi compagni di classe. «Le tracce erano pronte già da tre giorni, quindi la professoressa non avrebbe mai potuto sapere quel che sarebbe accaduto. Una di queste, l’unica che ci è stato detto di svolgere per via del dolore che stiamo vivendo, ci chiedeva di descrivere cosa fosse per noi la morte dei nostri cari. Ho parlato di Ezia -ha concluso Dania-, alla fine del testo ho scritto che da oggi in poi vivrò due vite, una per me e una per lei». Scriveva un grande poeta della letteratura italiana, Francesco Petrarca, che “la vita fugge e non si ferma neanche un istante, e la morte ci rincorre rapidamente”. A volte, è più veloce della vita stessa spezzandola inaspettatamente. E non c’è verità o parola che possano lenire il dolore, soprattutto della famiglia. «Non c’è morte, c’è cambiamento», ha scritto sui social Francesco, fratello maggiore di Lucrezia. «Mi mancherai profondamente, sorella mia. Ti porterò nel cuore per sempre. Sarai il mio angelo custode dal paradiso».
«Sono quasi a casa. Sto arrivando». Pare siano state queste le ultime parole che Lucrezia Natale ha detto ai suoi genitori pochi minuti prima del terribile schianto sulla strada provinciale 231 in cui, martedì sera, ha perso la vita insieme ad altri tre suoi amici. È la vittima più giovane dell’incidente. La ragazza, originaria e residente di Bitonto, aveva 16 anni. Frequentava il terzo anno del Liceo Carmine Sylos della sua città, era iscritta all’indirizzo economico-sociale. «La dirigente scolastica, professoressa Francesca Rosaria Vitelli, e la comunità tutta si riunisce attorno alla famiglia colpita dall’improvvisa scomparsa di Lucrezia, alunna del terzo liceo, durante il tragico incidente stradale». È il breve messaggio di cordoglio che si legge sulle pagine social della scuola. A ricordare il piccolo angelo volato in cielo troppo presto con parole strazianti, sono due delle amiche più intime. «Sono cresciuta insieme ad Ezia sin dalla terza elementare -ha detto Doriana, sua compagna di classe-. Voleva fare la criminologa o essere una militare. Mi mancherà tantissimo». «Aveva tantissime ambizioni -ha raccontato Dania- e una forza ineguagliabile, la stessa che molte volte manca agli adulti. Sorrideva sempre, era raro vederla piangere». Era quasi una supereroina per i suoi amici, sembrava avesse sempre la soluzione a qualsiasi problema ed era pronta a tendere la mano per farli rialzare nei momenti più difficili. «È sempre stata la ‘stronzetta di turno’ che ti faceva capire i valori veri della vita prendendoti un po’ tanto in giro, però lo faceva a modo suo e con molta sincerità», ha aggiunto Dania. La sua voce era mozzata dalla commozione e dai sospiri, pesanti quasi più di un macigno per un dolore così profondo da non poterlo sopportare. Ma ha voluto ugualmente condividere uno dei dettagli più toccanti. Ha svolto il compito di italiano, ieri, insieme ai suoi compagni di classe. «Le tracce erano pronte già da tre giorni, quindi la professoressa non avrebbe mai potuto sapere quel che sarebbe accaduto. Una di queste, l’unica che ci è stato detto di svolgere per via del dolore che stiamo vivendo, ci chiedeva di descrivere cosa fosse per noi la morte dei nostri cari. Ho parlato di Ezia -ha concluso Dania-, alla fine del testo ho scritto che da oggi in poi vivrò due vite, una per me e una per lei». Scriveva un grande poeta della letteratura italiana, Francesco Petrarca, che “la vita fugge e non si ferma neanche un istante, e la morte ci rincorre rapidamente”. A volte, è più veloce della vita stessa spezzandola inaspettatamente. E non c’è verità o parola che possano lenire il dolore, soprattutto della famiglia. «Non c’è morte, c’è cambiamento», ha scritto sui social Francesco, fratello maggiore di Lucrezia. «Mi mancherai profondamente, sorella mia. Ti porterò nel cuore per sempre. Sarai il mio angelo custode dal paradiso».
«Sono quasi a casa. Sto arrivando». Pare siano state queste le ultime parole che Lucrezia Natale ha detto ai suoi genitori pochi minuti prima del terribile schianto sulla strada provinciale 231 in cui, martedì sera, ha perso la vita insieme ad altri tre suoi amici. È la vittima più giovane dell’incidente. La ragazza, originaria e residente di Bitonto, aveva 16 anni. Frequentava il terzo anno del Liceo Carmine Sylos della sua città, era iscritta all’indirizzo economico-sociale. «La dirigente scolastica, professoressa Francesca Rosaria Vitelli, e la comunità tutta si riunisce attorno alla famiglia colpita dall’improvvisa scomparsa di Lucrezia, alunna del terzo liceo, durante il tragico incidente stradale». È il breve messaggio di cordoglio che si legge sulle pagine social della scuola. A ricordare il piccolo angelo volato in cielo troppo presto con parole strazianti, sono due delle amiche più intime. «Sono cresciuta insieme ad Ezia sin dalla terza elementare -ha detto Doriana, sua compagna di classe-. Voleva fare la criminologa o essere una militare. Mi mancherà tantissimo». «Aveva tantissime ambizioni -ha raccontato Dania- e una forza ineguagliabile, la stessa che molte volte manca agli adulti. Sorrideva sempre, era raro vederla piangere». Era quasi una supereroina per i suoi amici, sembrava avesse sempre la soluzione a qualsiasi problema ed era pronta a tendere la mano per farli rialzare nei momenti più difficili. «È sempre stata la ‘stronzetta di turno’ che ti faceva capire i valori veri della vita prendendoti un po’ tanto in giro, però lo faceva a modo suo e con molta sincerità», ha aggiunto Dania. La sua voce era mozzata dalla commozione e dai sospiri, pesanti quasi più di un macigno per un dolore così profondo da non poterlo sopportare. Ma ha voluto ugualmente condividere uno dei dettagli più toccanti. Ha svolto il compito di italiano, ieri, insieme ai suoi compagni di classe. «Le tracce erano pronte già da tre giorni, quindi la professoressa non avrebbe mai potuto sapere quel che sarebbe accaduto. Una di queste, l’unica che ci è stato detto di svolgere per via del dolore che stiamo vivendo, ci chiedeva di descrivere cosa fosse per noi la morte dei nostri cari. Ho parlato di Ezia -ha concluso Dania-, alla fine del testo ho scritto che da oggi in poi vivrò due vite, una per me e una per lei». Scriveva un grande poeta della letteratura italiana, Francesco Petrarca, che “la vita fugge e non si ferma neanche un istante, e la morte ci rincorre rapidamente”. A volte, è più veloce della vita stessa spezzandola inaspettatamente. E non c’è verità o parola che possano lenire il dolore, soprattutto della famiglia. «Non c’è morte, c’è cambiamento», ha scritto sui social Francesco, fratello maggiore di Lucrezia. «Mi mancherai profondamente, sorella mia. Ti porterò nel cuore per sempre. Sarai il mio angelo custode dal paradiso».