Articolo pubblicato da www.ilsole24ore.com a firma di Maria Luisa Colledani, nell’ambito dell’inchiesta “L’Italia che non cambia”.
“Ora Francesco Stellacci, 37 anni di Bitonto, insegna Scienza dei materiali al Politecnico di Losanna ma il Mit, dove nel 2002 diventa assistente e nel 2007 professore associato, è un ricordo fresco. Non solo perché le sue figlie, catapultate dall’oggi al domani nella placida Svizzera, parlano solo con le coetanee che sanno l’inglese.
«Negli Usa, al Mit tutto ti porta a studiare: laboratori, risorse, concorrenza, cervelli da tutto il mondo con i quali confrontarsi», dice Stellacci. Anche in Italia si potrebbe, non è utopia, perché il nostro paese ha molte delle caratteristiche necessarie alla ricerca: «Con i colleghi del Mit che si occupano di nanotecnologie e nanomedicina abbiamo fatto uno studio per capire quali sono le caratteristiche imprescindibili per la ricerca. Bisogna essere bravi e creativi, puntare sulle start-up e ambire a crescere con il venture capital. Tutto questo in Italia c’è, ma manca la meritocrazia perché – continua Stellacci – siamo un sistema chiuso». Porte da scardinare, sistemi mentali da sfondare: «Per esempio – prosegue il docente di Losanna – portando i campus delle migliori università straniere in Italia».
I primi segnali di un cambio epocale ci sono: «Dieci anni fa i cinesi, appena arrivati negli Usa, chiedevano come ottenere la green card, per restarci, ora non più perché vogliono tornare in Cina al più presto; oggi ricevo decine di lettere di liceali italiani che mi chiedono la stessa cosa: da giovani cercano il confronto di alto livello con il mondo».
Come fece Stellacci dopo la laurea al Politecnico, trovando l’intuizione per fare impresa: nel 2006 fonda a Trento la Molecular stamping (15 dipendenti), che sviluppa e commercializza prodotti per analisi genetiche. Come se nel nuovo secolo la ricerca senza applicazione fosse orfana”.