Un accordo transattivo.
È questa la conclusione della vicenda lavorativa tra Patrizia Antonino e la Cooperativa per la quale lavorava fino a giugno 2017, ma che poi l’ha licenziata.
Una soluzione concordata, dunque, che mette la parola fine a una storia scoppiata un anno e mezzo fa.
Era la tarda primavera di due anni fa quando il singolare accaduto della (oggi) 45enne operatrice socio-sanitaria barese ma residente a Bitonto scoppia. Sia sulla stampa locale che di rimando su quella nazionale.
La ricordiamo tutti (clicca qui per leggerla https://bit.ly/2CYBoSR) perché sembrava incredibile per essere vera, ma così era. La nostra concittadina lavorava in una Cooperativa di Giovinazzo, ma perde il posto di lavoro perché, salvando un piccolo gattino, lo ha portato prima nella struttura e poi lo ha affidato alla nipote di una paziente. Per la Cooperativa tutto questo non andava fatto, perché con quel gesto la dipendente avrebbe messo a rischio la vita di tutti i pazienti della struttura (leggi qui la loro replica https://bit.ly/2FgJZCY) e, quindi, Patrizia andava licenziata.
È seguito, quindi, un lungo iter giudiziario tra le due parti conclusosi qualche tempo fa. E così facilmente traducibile: Patrizia non ha ottenuto il reintegro, ma un importante indennizzo economico. Il che la rende comunque soddisfatta, anche perché è stata la stessa operatrice sanitaria a optare per questa soluzione.
“La giustizia ha fatto il suo corso – ha sottolineato Antonino – riuscendo a far raggiungere un accordo transattivo con il mio ex datore di lavoro per me soddisfacente. Ritengo che siano stati tutelati i miei diritti di lavoratrice, e pertanto ringrazio in primis il mio difensore, l’avvocato Angela Michela Marseglia del foro di Foggia, i giornalisti delle varie testate (“daBITONTO”, “Gazzetta del Mezzogiorno”, “Corriere della sera”), la Lav di Bari e il movimento animalista di Roma che mi hanno sostenuto in questo percorso. Ringrazio tutte le persone conoscenti e amici che mi sono stati vicini in questa vicenda”.