Una ragazza nata in Siria, cresciuta
in Italia e con una storia d’amore fatta di ribellione: è Amani raccontata da Cristina
Obber, giornalista e scrittrice
che si occupa di tematiche legate al mondo femminile, nel romanzo “Siria
mon amour”.
«L’obiettivo –
spiegano gli organizzatori “Io sono mia”, Liceo classico e linguistico “C.
Sylos”, coordinati dal “Circolo dei lettori” della Libreria del teatro – è
quello di sensibilizzare i ragazzi e le
ragazze sul tema della violenza sulle donne attraverso il racconto della storia
vera di Amani, ragazza siriana di un villaggio vicino ad Aleppo, arrivata a
soli tre anni a Bassano del Grappa, bene inserita nella cultura italiana, a
differenza dei genitori, protagonista di una lunga, estenuante battaglia. Una
storia con happy end che può dare forza anche a noi nel
“civile” Occidente, dove le donne sono spesso vittime di violenze e abusi ma
non sempre sanno dire di no».
L’evento, che si inserisce nel progetto del Liceo classico e
linguistico “C. Sylos”, in collaborazione con l’associazione “Io sono
Mia” e il Comune di Bitonto, “La scuola che fa la differenza” Le
imPari Opportunità, selezionato dal Ministero dell’Istruzione al concorso
nazionale “Dalle aule parlamentari alle aule di scuola – Lezioni di Costituzione”,
ha fatto sì che gli alunni del liceo
“Sylos”, assieme all’Istituto tecnico economico “V. Giordano” e all’Istituto comprensivo “Cassano-De Renzio” intervistassero l’autrice nella sala consigliare
per esprimere dubbi e perplessità sulla vita di Amani e sulla nostra attualità.
Amani a 16 anni viene
riportata al suo paese da sua madre con una scusa per qualche giorno: dopo i
primi entusiasmi per un mondo a lei sconosciuto, scopre di essere stata in
realtà fidanzata ad un suo cugino, mai conosciuto e mai amato.
Si ribella al
fidanzamento pagando un prezzo molto alto, in una realtà dura e talvolta violenta,
dove le donne sono sotto la tutela degli uomini.
Lontana dalle sue amiche
e da Andrea, il suo ragazzo, Amani resisterà e lotterà fino a riprendersi la
sua vita.
«Nel
romanzo racconto degli odori, dei colori passaggi reali, di un percorso di
conoscenza di un territorio a me ignoto – commenta l’autrice – . Una forza così grande di ribellione, si può
avere solo a 16 anni: provate a fare gli emarginati per una settimana, 13 mesi
senza mai dire “mi arrendo”, chissà se ci riuscirete». E
aggiunge: «Sono sempre stata una ribelle
e sentire una ragazza cosi piccola che scalpitava nel mondo, mi faceva sentire niente
rispetto a quel dolore».
E poi si parla di famiglia: «Dobbiamo avere il coraggio di dire che le nostre famiglie spesso non
sono felici come appaiono – commenta Obber -: costruitevi dei luoghi dove si sta bene e questi si possono
realizzare se state bene con voi stessi. Se entrate in una relazione solo per
completarvi starete bene solo perché l’altro vi da quello che volete: non
bisogna lavorare per mancanza ma per aggiunta, la vita va vissuta giocando a
rialzo».
Nella differenza c’è dentro anche l’ugualità: «Ho conosciuto tanta gente diversa da me– conclude l’intervento la giornalista -:
le differenze sono un bagaglio che ci portiamo dentro con un approccio non
certo di diffidenza. Dovremmo essere più curiosi».