Cinque piccoli articoli per disciplinare, rigorosamente in modo momentaneo, la complessa vicenda delle lampade votive. In attesa di trovare una soluzione definitiva.
Mercoledì, in un Consiglio comunale che potrebbe essere incandescente visto che si parlerà – anzi, forse è meglio dire si dovrebbe parlare – di Azienda servizi vari, l’emiciclo sarà chiamato a dare il via libera al Regolamento “per l’utilizzo di lampade votive a batteria e a energia solare nei cimiteri comunali”.
Già anticipato in aula la settimana scorsa dall’assessore al ramo Marianna Legista (clicca qui per articolo https://bit.ly/2pMs652), il disciplinare contiene un concetto chiaro e preciso: per il momento si andrà avanti con lampade a energia solare e a batteria.
In modo particolare, infatti, “gli interessati – si legge – hanno facoltà di apporre presso le sepolture dei propri congiunti piccole lampade votive ad energia solare o a batteria. Le lampade dovranno essere esclusivamente allocate all’interno dei portalampade esistenti, e l’utente è tenuto a proprie spese a una corretta conservazione e a una diligente manutenzione delle lampade, garantendone il corretto funzionamento”.
Si specifica, inoltre, da un lato che “è assoluto divieto toccare, manomettere o alterare l’impianto elettrico esistente. Qualsiasi danno a cose e persone derivante dall’inosservanza del divieto non sarà imputabile all’Ente”, e dall’altro che “il Regolamento avrà efficacia dalla data dell’attestazione da parte del Responsabile del Servizio Lavori pubblici circa l’interruzione della fornitura di energia elettrica all’intero impianto di illuminazione votiva esistente sino all’affidamento della nuova concessione del servizio di illuminazione votiva”.