Da qualche giorno a questa parte, per le strade di Bitonto si aggira un uomo di mezza età, distinto, persino elegante.
Con la sua mercedes grigia bordeggia con fare sospetto i marciapiedi.
Sembra che cerchi tra i passanti qualche viso perduto nello scantinato della memoria.
Almeno questa è l’impressione che dà.
Poi, quando la questua fisiognomica pare essere giunta a segno – e, spesso, il bersaglio è un individuo non più giovanissimo, magari di portamenmto dignitoso -, accosta con manovra repentina e…
E, quasi a tagliare la strada al malcapitato, spalanca la portiera e si piazza dinanzi alla vittima.
“Ciao, da quanto tempo… Mo, sei rimasto uguale ad allora, quando lavoravamo gomito a gomito in quella famosa ditta lì“, e l’accento partenopeo fa subito simpatia.
Lo saluta con eccessivo affetto, lo abbraccia con smodato trasporto, lo invita ad avventurarsi nel mare dolceamaro dei ricordi.
Navigazione che per solito sa di nostalgia e in questo caso sa di bruciaticcio.
Gli eventi che hanno segnato la storia più o meno recente della nazione si snocciolano con amicale naturalezza.
“Quanta tristezza quella mattina che arrivò la notizia del ritrovamento del corpo di Aldo Moro… E la gioia per la vittoria al Mundial spagnolo con DinoMito Zoff che solleva nel cielo della notte madrilena la Coppa? Indimenticabile“.
Già, proprio difficile da cancellare dal fondaco delle rimembranze più care.
L’uomo, preso dalla gioia del sodale ritrovato, lo ragguaglia dei dettagli riguardanti le sue recenti vicissitudini esistenziali: “Sai, quando andai via dall’azienda, ho aperto un’attività imprenditoriale con mia moglie, affermata stilista. Produciamo giubbotti di fattura pregiata. Pelle e dintorni, insomma. Roba buona“.
Prima, però, che il destinatario di queste insostituibili informazioni esploda in un sentito chissene, lo sospinge verso il portabagagli, apre lo sportellone e ostenta con fierezza alcuni capolavori della nuova collezione autunno inverno.
La felicità dell’incontro presto si traduce in un dono. Anzi, due. Anzi, tre.
Ben tre, infatti, sono i capi che il neoimprenditore vuole regalare.
La generosità non ha limiti. E’ proprio vero, chi trova un amico trova un tesoro.
“Solo che almeno l’iva dovresti pagarmela, 1000-1500 euro e passa la paura” sussurra con ammiccante sussiego.
Ed è a questo punto che il gioco è scoperto.
Delle due l’una: questo forestiero prodigo anzichenò o è Babbo Natale o c’è qualcosa che non va.
L’amico ritrovato, già terrorizzato di suo da tasse millanta, alla spropositata richiesta sckànd, indietreggia con malcelato imbarazzo e s’invola inafferrabile.
Gli resta un filo di voce, giusto quel che serve per narrare l’episodio a coloro che con lui condividono le passeggiate della sera. Ed è proprio all’incipit del racconto che uno degli uditori esclama: “Ma è proprio quello che è capitato a me l’altra mattina…“.
Dunque, occhio al Santa Klaus in salsa napoletana, c’è odore di truffa dietro quei giubbotti in pelle dispensati a cuor leggero…