Chiunque sia passato di lì, in questi anni, si sarà chiesto cosa fosse questa bella costruzione variopinta.
Qualcuno un po’ più versato in cose d’arte avrà pensato fosse la residenza bitontina di Piet Mondrian, pittore olandese geometrico d’insospettabili origini impressionistiche.
In realtà, quell’immobile, che da quasi un lustro campeggia dinanzi ad un supermercato all’incrocio fra via Sturzo e via Rodari, è (doveva essere, dovrebbe essere) la Sala della Musica.
Un contenitore che doveva accogliere tutte quelle band bitontine che strimpellano negli scantinati per prove et similia.
Stupì, in quei giorni, la celerità nel tirare su un’opera semipubblica, per solito bisognose di cure secolari.
Presto, però, la meraviglia iniziale ha lasciato il posto alle consuete incuria e trasandatezza – scritte sgrammaticate sui muri, condizionatori danneggiati e angoli divenuti ricettacoli di rifiuti vari – e si è tornati alla “normalità”, trasformando la Sala in un muto monumento allo spreco di danaro pubblico.
Possiamo immaginare il dubbioso, doloroso impasse: a chi diamo in gestione l’edificio? Per quanti anni? Aspettiamo che si faccia avanti qualche associazione?
E, intanto, volano via mesi, giorni, anni…
Lodevole, certo, era stata l’intenzione di chi la fece realizzare, l’amministrazione Valla, così come nobile è l’impegno manifestato durante l’ultimo consiglio comunale dall’attuale – che nulla c’entra con questa triste storia, è bene chiarirlo – di recuperare la struttura.
Tuttavia, non è possibile trattare con sì delittuosa leggerezza i danari dei cittadini contribuenti, perché, giustamente, l’amico Francesco Paolo Cambione ricorda che fu realizzata grazie all’accordo con l’azienda che apriva a un dipresso il discount, ma il progetto…
Ancora. Che cifra bisognerà sborsare per rimediare ai danni subiti nel frattempo dalla struttura?
Non penso che il proprietario del supermarket adiacente – che, donandola alla città, ha fatto già abbondantemente il suo – sia disposto ad accollarsi pure codeste spese suppletive e, soprattutto, evitabilissime se solo si fosse stati più accorti e responsabili.
E, poi, comunque: perché lasciarla morire così?