Immagine

WEB PROJECT MANAGER
Alessandro Intini

sabato, 17 Maggio, 2025
No Result
View All Result
Immagine

DIRETTORE DA BITONTO
Mario Sicolo

DaBitonto.com
  • Home
  • Cronaca
  • Politica
  • Cultura e Spettacolo
  • Sport
  • Aziende
  • Rubriche
DaBitonto.com
  • Home
  • Cronaca
  • Politica
  • Cultura e Spettacolo
  • Sport
  • Aziende
  • Rubriche
No Result
View All Result
DaBitonto.com
No Result
View All Result

Home » La Riflessione/I guerrieri-missionari dell’Isis e l’Europa troppo fragile (e con qualche colpa)

La Riflessione/I guerrieri-missionari dell’Isis e l’Europa troppo fragile (e con qualche colpa)

Nessun dialogo con chi vuole distruggere il mondo. Ma non dimentichiamo che il "mostro" ce lo siamo cresciuti noi e poi si ci si è voltato contro...

La Redazione by La Redazione
14 Novembre 2015
in Cronaca
La Riflessione/I guerrieri-missionari dell’Isis e l’Europa troppo fragile (e con qualche colpa)
Condividi con FacebookCondividi con WhatsappCondividi via Email

Pensavamo
di aver visto tutto pochi mesi fa. A gennaio.

Con la
carneficina di
Charlie Hebdo, giornale
satirico francese che aveva avuto come grande colpa quella di aver
insistito un po’ troppo con alcune vignette su Maometto. Senza
dimenticare la sparatoria al supermercato kosher Hyper Casher dove a
perdere la vita sono stati alcuni ebrei francesi.

Allora, invece, non avevamo capito che il nemico, il “nuovo” (in
realtà tale non è per niente) avversario era arrivato davvero a
casa nostra. Che l’Isis, quello Stato islamico che sta calamitando i
jihadisti di tutto il mondo ostentando il proposito di creare una
società perfetta e musulmani nuovi capaci di purificare la Terra, ha
portato il terrore a due passi da noi.

Abbiamo
preferito far finta di niente, se non dire “Je suis
Charlie”,
buttare qualche bombetta qua
e là in Siria e Iraq e un accordo di facciata con l’Iran.

Ci
siamo svegliati ieri l’altro.

In
una serata che a Parigi pensavano di passare normalmente come tante
altre. Con l’amichevole Francia-Germania, un concerto al teatro
Bataclan, qualche caffè in qualche bar del centro, e tante altre
cose che appartengono allo scorrere ordinario della vita quotidiana.

Non
potevano sapere (questo no, ma prevedere sì, eccome, con tutti i
servizi segreti che ci sono) che avrebbe contato un numero indefinito
di morti e di feriti. Di avere a che fare con un piano d’attacco
perfetto degno del migliore Al Qaeda che l’avrebbe colpita
ripetutamente e simultaneamente al cuore.

Di
essere nuovamente simbolo di quell’Europa e di quella parte di mondo,
quella Occidentale, che si ritrova a essere fragile, impotente e
nuda.

E
che non sa ancora come vestirsi.

Perché
sempre e ancora la Francia? Certo, come scrive Tahar Ben Jelloun in
“
E’ questo l’Islam che fa paura”, il
paese transalpino ha la “colpa” di «essere uno Stato
laico, ma per quei fanatici
(i
seguaci dell’Isis, ndr) la laicità è una forma di
ateismo. Per loro chi commette una blasfemia diventa un’apostata,
qualcuno che viene estromesso dalla comunità musulmana».

Ma
non solo.

È
la nazione che presenta un altissimo numero di islamici.

Anche.

In
realtà, la patria della libertà, uguaglianza e fratellanza è il
simbolo vivente di quell’ipocrisia e di quel fallimento che tutti gli
Stati “seguaci” degli Stati Uniti hanno accumulato in oltre 40
anni di sbagliate politiche estere.

«Davvero
abbiamo dimenticato –
scrive Franco Cardini in “L’Ipocrisia dell’Occidente”–che fin dagli anni Settanta sono stati gli statunitensi in
Afghanistan a servirsi dei guerrieri-missionari fondamentalisti
provenienti dall’Arabia Saudita e dallo Yemen preferendoli ai
portatori di un Islam fiero, intransigente ma anche tollerante?
Davvero ignoriamo che la malapianta del fondamentalismo l’abbiamo
innaffiata per anni, prima che i rapporti si guastassero a metà anni
’90? Non si sono accorti, i francesi, di essere in guerra fin dal
2011, quando l’allora presidente Sarkozy ha appoggiato con decisione
le milizie jihadiste in Libia contro Gheddafi e poi Hollande in Siria
contro Assad?».

Senza
dimenticare la guerra del Golfo nei primissimi anni ’90, l’invasione
in Afghanistan nel 2002 e il conflitto iracheno nel 2003.

E
quella pagliacciata della “primavera araba”, che ha solo creato
maggiore instabilità in quella caldissima zona di mondo.

Già,
purtroppo è così: il mostro lo abbiamo fatto nascere e crescere
noi. Lo abbiamo sfruttato quando ci faceva comodo. E adesso lo
abbiamo fatto ritorcere contro.

Che
fare, allora, contro il gruppo terrorista più forte e ricco del
pianeta, che può vantare un tesoro liquido stimato di oltre 2
miliardi di dollari e che avrebbe avuto come maggior finanziatore,
tra il 2013 e il 2014, il Qatar?

Innanzitutto,
nessuna azione diplomatica.

Nessun
dialogo e confronto con chi interpreta a suo piacimento il Corano, il
concetto di Jihad, vuole cancellare gli Stati esistenti riproponendo
l’unità dei musulmani del tempo di Maometto, eliminando anche
fisicamente la scissione sciita. Si diverte a distruggere i simboli e
i monumenti della cultura pre-islamica (vedi Nimrud e Palmira).

Da
attuare, e subito, un controllo serio e severo contro quei
fondamentalisti che vivono nei nostri confini, reclutati nelle
carceri e tramite i social network e infine addestrati a combattere.

Li
chiamano “foreign fighters”. Semplicemente sono adepti
«senza lavoro – scrive sempre Tahar Ben Jelloun – o con
un lavoro non molto soddisfacente, niente cultura, niente educazione,
nessuna famiglia strutturata».

È
necessaria, poi, un’unica, unitaria e univoca coalizione e strategia
politica (magari guidata dalla Russia) che non devono limitarsi ad
operazioni di intelligence, droni, bombe o truppe speciali. «Servono
–
sottolinea Maurizio Molinari in “
Il Califfato del
terrore” – piuttosto truppe di terra per riconquistare le aree dove
i jihadisti hanno santuari sempre più simili a Stati
».

E
non sarebbe male, poi, se i veri seguaci dell’Islam, gli islamici,
iniziassero a dissociarsi in modo netto e forte da chi sta
distruggendo la loro religione.

Per
fare tutto, servirà tempo. Settimane. Mesi. Forse anni. Ma deve
esserci la volontà, innanzitutto.

Perché
venerdì, davanti (anche) a quelle innocenti vittime che morivano uno
appresso all’altro nel teatro Bataclan a colpi di mitragliette e
kalashnikov, l’Europa è cambiata per sempre…

Tags: bitontoCoranoIsisJihadParigi
Articolo Precedente

“Dopo l’assalto a Parigi, il centro Europa non sarà più lo stesso?”. La testimonianza

Prossimo Articolo

Attacco al cuore dell’Europa. Agghiacciante testimonianza della giovane studentessa bitontina Serena

Potrebbero anche interessarti:

Fotovoltaico Pozzo delle Grue. Natilla: “L’azienda racconta una sua verità, ma i fatti restano gravi”
Comunicato Stampa

Fotovoltaico Pozzo delle Grue. Natilla: “L’azienda racconta una sua verità, ma i fatti restano gravi”

17 Maggio 2025
Controlli straordinari della Polizia a Bitonto. Sequestrato nel centro storico un motocross irregolare
Comunicato Stampa

Controlli straordinari della Polizia a Bitonto. Sequestrato nel centro storico un motocross irregolare

17 Maggio 2025
Storia di Chiara, che ricostruisce areola e capezzolo con tecnica “effetto 3D” a chi ha affrontato il cancro
Cronaca

Storia di Chiara, che ricostruisce areola e capezzolo con tecnica “effetto 3D” a chi ha affrontato il cancro

17 Maggio 2025
laboratorio
Cronaca

Liceo Carmine Sylos, oggi la consegna del premio dedicato al professor Domenico Pastoressa

17 Maggio 2025
Referendum dell’8 e 9 giugno, ecco i gazebo informativi
Cronaca

Referendum dell’8 e 9 giugno, ecco i gazebo informativi

16 Maggio 2025
Maltrattamenti, lesioni e violenza sessuale: condannato bitontino quarantenne
Cronaca

Maltrattamenti, lesioni e violenza sessuale: condannato bitontino quarantenne

16 Maggio 2025
Prossimo Articolo
Attacco al cuore dell’Europa. Agghiacciante testimonianza della giovane studentessa bitontina Serena

Attacco al cuore dell'Europa. Agghiacciante testimonianza della giovane studentessa bitontina Serena

Notizie dall'Area Metropolitana

giovani ciclisti
Comunicato Stampa

Grande successo per la 3ª Giornata Azzurra dedicata ai giovani ciclisti

by La Redazione
7 Maggio 2025

Un'altra domenica di entusiasmo e passione per la 3ª Giornata Azzurra, nuovo grande appuntamento per i giovani ciclisti. I talenti...

Leggi l'articoloDetails
riuso

Sanb presenta la Festa del Riuso. Domani la prima giornata nel centro raccolta di Ruvo

26 Aprile 2025
campioni regionali

2º XC Colle San Pietro, Vittorio Carrer (Team Eracle) e Ilenia Fulgido (Team Valnoce) campioni regionali

16 Aprile 2025
“Monopoli, dal mare alla valle”. Domani l’inaugurazione della mostra fotografica

“Monopoli, dal mare alla valle”. Domani l’inaugurazione della mostra fotografica

9 Aprile 2025
mario cipollini

Mario Cipollini in Puglia, testimonial d’eccezione del nostro ciclismo

8 Aprile 2025

Rubriche

femminicidio
Passi...nel Tempo

Passi…nel Tempo/Il primo femminicidio del Novecento?

by Michele Cotugno
17 Maggio 2025

È di poche settimane fa, la notizia dell’ultimo femminicidio, a Mariotto, che ha visto la morte di Lucia Chiapperini, per...

Tesla un genio scomodo

Tesla un genio scomodo

16 Maggio 2025

Mensile Online

DaBitonto.com

Privacy Policy Cookie Policy

Follow Us

  • Il Progetto
  • Redazione
  • La tua pubblicità
  • Contatta la redazione

© 2024 daBITONTO / Gruppo Intini srl - P.IVA 07183780720 Testata giornalistica – Reg. stampa n.684/2013 Tribunale di Bari
powered by Comma3

No Result
View All Result
  • Home
  • Cronaca
  • Politica
  • Cultura e Spettacolo
  • Sport
  • Aziende
  • Rubriche

© 2024 daBITONTO / Gruppo Intini srl - P.IVA 07183780720 Testata giornalistica – Reg. stampa n.684/2013 Tribunale di Bari
powered by Comma3