In fondo, Bitonto non è mai cambiata dai tempi dell’italico viaggio dell’acuto scrittore Guido Piovene. Arrivato nella nostra terra, rimase colpito da un funerale in pompa magna. Tutto gli appariva persino esageratamente sontuoso. Poi, aguzzando la vista, aveva notato pantaloni con sbreghi, bardature dei cavalli consunte, qualche cappello sdrucito. Insomma, più miseria che nobiltà.
Andiamo, dunque, su Piazza Sylos, alla Pescara di Santa Teresa, manufatto voluto nel 1612 dall’allora sindaco Giovanni Vincenzo De Rubeis.
Al giorno d’oggi, è tutta un’altra storia. Al centro, sopra uno dei pozzi, troneggiano batterie di fuochi d’artificio già sparati. Sì, un’opera d’arte di incalcolabile valore storico e artistico non meno che economico e sociale, quattro secoli dopo, discretamente abbandonata da diversi decenni, non resta altro che una rampa di lancio per rumorosi, variopinti e oltraggiosi festeggiamenti.
Un lettore, giustamente indignato, ci scrive: “Mi chiedo solamente come è possibile che ognuno faccia i propri porci comodi? E chi annunciava una stretta di controlli anche sull’uso dei fuochi pirotecnici, è sicuro che per davvero si stia facendo questo?“.
E conclude arrabbiato: “È una vergogna e soprattutto un affronto nei confronti di chi, ligio alla civica convivenza, non si permette di fare scempio del nostro patrimonio artistico e architettonico“.