In origine era possibile consultare gli appuntamenti in programma, i progetti approntati e persino lo stato di alcuni lavori. Non era questo però il destino dell’(ex) sito web dell’Urban Center di Bitonto, il laboratorio urbano che, nelle intenzioni dell’ex assessore alle Politiche Urbanistiche durante l’Abbaticchio I, Nicola Parisi, nasceva come un valido strumento di partecipazione fra società civile, esperti e amministrazione nel forgiare il nuovo volto della città, specificamente per rimpiazzare il vecchio piano regolatore generale.
Ad oggi infatti, il sito, che porta ancora il nome www.urbancenterbitonto.it, offre un delizioso assortimento di calzature, anzichè progetti urbani: calzini, infradito, pantofole, scarpe da ginnastica. Chi ne ha più ne metta.
Un destino simile, ma non così brutale, è quello a cui al momento è inchiodato il sito www.bitonto2020.it. Presentato a maggio 2017, in piena campagna elettorale, sempre dall’ex-assessore Parisi, come uno strumento «costruito per illustrare e far capire la prospettiva che noi tutti immaginiamo per il futuro della nostra città», tale è rimasto. Pura immaginazione. Visto che, ad oggi, il sito non è raggiungibile.
Sarebbe quindi un’ottima opportunità di trasparenza per l’amministrazione rendere più accessibili, mediante l’utilizzo del web, i progetti di riqualificazione per alcuni dei quali, giorni fa, sono state aperte le gare d’appalto. Soprattutto di fronte ai 33 milioni di fondi intercettati di cui parlava il sindaco Michele Abbaticchio quando aveva annunciato la notizia sulla propria pagina Facebook.