Una fotografia scattata al termine della seconda giornata di Beat Onto Jazz, il festival musicale che tanti appassionati riunisce all’ombra della Cattedrale, i primi giorni d’agosto.
Anzi, più istantanee fatte da Pasquale, un grande cultore dell’arte e della storia bitontine, qualificato collaboratore di alcune testate cittadine.
Al centro dell’obiettivo, stavolta, la “donna” che ha ammaliato poeti di ogni epoca – dai lirici greci fino a Ungaretti, passando per Shakespeare e Leopardi -: la luna. Anche dopo che l’uomo l’ha profanata mettendoci il piedone sopra, mantiene ancora un fascino invincibile.
Mentre “mitraglia” certosino la sequenza di immagini seleniche, il nostro valente concittadino s’accorge all’improvviso di un piccolo disco di luce che passa nei pressi del satellite terrestre.
Una, due, tre foto nitide e quel disco è sempre là.
Chiaro e inequivocabile, nonostante non sia identificabile. Con acronimo anglosassone lo diremmo ufo, mah.
E.T. di passaggio da queste lande?
Solo un effetto ottico?
O marziani incuriositi dai nostri usi e costumi?
Semplicemente una stazione orbitante?
Chi lo saprà mai.
Ma se erano alieni, dovevano essere sicuramente individui magnanimi e altruisti, onesti e integerrimi, buoni tanto da non conoscere l’odio, neppure quello da scatenare e vomitare sui social (social?).
E allora ci sarebbe da farli atterrare immediatamente.
Ma chissà quanto resisterebbero qui tra noi…