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Home » La comunità scolastica della Fornelli intitola l’aula magna al piccolo Nico Rubini, l’eroe dell’amore

La comunità scolastica della Fornelli intitola l’aula magna al piccolo Nico Rubini, l’eroe dell’amore

La targa è stata scoperta, ieri, dalle nonne del bimbo, volato in cielo troppo presto dopo aver combattuto contro un grande mostro

Carmen Toscano by Carmen Toscano
27 Maggio 2023
in Cronaca
La comunità scolastica della Fornelli intitola l’aula magna al piccolo Nico Rubini, l’eroe dell’amore
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L’aula magna del circolo didattico “Nicola Fornelli” di Bitonto è intitolata a Nico Rubini, un piccolo eroe dell’amore volato in cielo solo sette mesi fa dopo aver combattuto duramente contro una malattia. Oggi continua a generare nella sua scuola elementare, o meglio nella sua città, «un flusso d’amore infinito». È così che è stato definito dalla famiglia il suo grande dono, lo stesso che riusciva a percepirsi, ieri, negli occhi di piccoli e grandi che numerosi hanno partecipato alla manifestazione commemorativa voluta strenuamente dalla dirigente Anita Amoia e da tutta la comunità scolastica. «Ho letto da qualche parte che gli uomini hanno un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati», diceva don Tonino Bello. È vero, in un abbraccio si può trovare la forza di rendere meno aggressivo il dolore incommensurabile di una perdita e pian piano trasformarlo in energia positiva che accorcia le distanze, fa brillare gli occhi di mamma, papà, delle sorelline, delle nonne e degli affetti più cari che ritroveranno il loro piccolo eroe nei sorrisi, nei gesti, nelle marachelle dei bimbi che animeranno quell’aula. «Nico gioisce sapendo che in un mondo tutto umano la sua famiglia e la sua scuola si sono unite affinché il suo nome riecheggiasse per sempre nella sua amatissima scuola», ha detto la mamma del piccolo eroe. E, ieri, aveva il suono melodioso del canto dei suoi compagni di classe di 1 B, di 5 E e F, della voce di quel bambino dai riccioli d’oro che, indicando il cuore dipinto sulla sua maglietta, ha urlato fiero: «sono io l’amico della scuola dell’infanzia di Nico». Aveva la bellezza della forza da leone di Gabriele che ha letto la sua lettera davanti a tutti e salutato il suo migliore amico: «Sei felicità, sei gioia, sei speranza -ha scritto-, sei accanto a me ogni giorno e nel mio cuore per sempre». Il nome di Nico avrà sempre i colori dei bellissimi disegni che i suoi compagni gli hanno dedicato o del suo ritratto realizzato dal dott. Rino Gesualdo. Nell’aula a lui intitolata «ci sentiremo -ha detto la dirigente-tutti accolti dal suo sorriso silenzioso», quello stesso che l’artista ha immortalato nella sua tela. «Raccoglieremo i germogli che Nico ha seminato nella sua scuola», ha promesso Amoia. «È una bellissima coincidenza ricordare Nico nel giorno del miracolo della Madonna Immacolata», ha sottolineato il sindaco Francesco Paolo Ricci. «Il miracolo è una testimonianza, è tutto quello che Nico ci ha dato nella sua breve vita. Ritrovarsi comunità nel vivere e condividere le emozioni di questo momento è segno che c’è ancora speranza» di poter riuscire a fidarsi dell’altro, tendere “la propria ala” per abbracciarsi e riuscire a librare leggeri nella “vita che genera vita”. Si può così recuperare quello «sguardo d’insieme» a cui ha richiamato sua Eccellenza Mons. Vito Piccinonna, arcivescovo della diocesi di Rieti che ieri è tornato nella sua tanto cara terra natìa. «L’amore non può togliercelo nessuno -ha concluso la mamma di Nico- e, allora, che l’aula magna sia feconda di questo sentimento».

 

L’aula magna del circolo didattico “Nicola Fornelli” di Bitonto è intitolata a Nico Rubini, un piccolo eroe dell’amore volato in cielo solo sette mesi fa dopo aver combattuto duramente contro una malattia. Oggi continua a generare nella sua scuola elementare, o meglio nella sua città, «un flusso d’amore infinito». È così che è stato definito dalla famiglia il suo grande dono, lo stesso che riusciva a percepirsi, ieri, negli occhi di piccoli e grandi che numerosi hanno partecipato alla manifestazione commemorativa voluta strenuamente dalla dirigente Anita Amoia e da tutta la comunità scolastica. «Ho letto da qualche parte che gli uomini hanno un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati», diceva don Tonino Bello. È vero, in un abbraccio si può trovare la forza di rendere meno aggressivo il dolore incommensurabile di una perdita e pian piano trasformarlo in energia positiva che accorcia le distanze, fa brillare gli occhi di mamma, papà, delle sorelline, delle nonne e degli affetti più cari che ritroveranno il loro piccolo eroe nei sorrisi, nei gesti, nelle marachelle dei bimbi che animeranno quell’aula. «Nico gioisce sapendo che in un mondo tutto umano la sua famiglia e la sua scuola si sono unite affinché il suo nome riecheggiasse per sempre nella sua amatissima scuola», ha detto la mamma del piccolo eroe. E, ieri, aveva il suono melodioso del canto dei suoi compagni di classe di 1 B, di 5 E e F, della voce di quel bambino dai riccioli d’oro che, indicando il cuore dipinto sulla sua maglietta, ha urlato fiero: «sono io l’amico della scuola dell’infanzia di Nico». Aveva la bellezza della forza da leone di Gabriele che ha letto la sua lettera davanti a tutti e salutato il suo migliore amico: «Sei felicità, sei gioia, sei speranza -ha scritto-, sei accanto a me ogni giorno e nel mio cuore per sempre». Il nome di Nico avrà sempre i colori dei bellissimi disegni che i suoi compagni gli hanno dedicato o del suo ritratto realizzato dal dott. Rino Gesualdo. Nell’aula a lui intitolata «ci sentiremo -ha detto la dirigente-tutti accolti dal suo sorriso silenzioso», quello stesso che l’artista ha immortalato nella sua tela. «Raccoglieremo i germogli che Nico ha seminato nella sua scuola», ha promesso Amoia. «È una bellissima coincidenza ricordare Nico nel giorno del miracolo della Madonna Immacolata», ha sottolineato il sindaco Francesco Paolo Ricci. «Il miracolo è una testimonianza, è tutto quello che Nico ci ha dato nella sua breve vita. Ritrovarsi comunità nel vivere e condividere le emozioni di questo momento è segno che c’è ancora speranza» di poter riuscire a fidarsi dell’altro, tendere “la propria ala” per abbracciarsi e riuscire a librare leggeri nella “vita che genera vita”. Si può così recuperare quello «sguardo d’insieme» a cui ha richiamato sua Eccellenza Mons. Vito Piccinonna, arcivescovo della diocesi di Rieti che ieri è tornato nella sua tanto cara terra natìa. «L’amore non può togliercelo nessuno -ha concluso la mamma di Nico- e, allora, che l’aula magna sia feconda di questo sentimento».

 

L’aula magna del circolo didattico “Nicola Fornelli” di Bitonto è intitolata a Nico Rubini, un piccolo eroe dell’amore volato in cielo solo sette mesi fa dopo aver combattuto duramente contro una malattia. Oggi continua a generare nella sua scuola elementare, o meglio nella sua città, «un flusso d’amore infinito». È così che è stato definito dalla famiglia il suo grande dono, lo stesso che riusciva a percepirsi, ieri, negli occhi di piccoli e grandi che numerosi hanno partecipato alla manifestazione commemorativa voluta strenuamente dalla dirigente Anita Amoia e da tutta la comunità scolastica. «Ho letto da qualche parte che gli uomini hanno un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati», diceva don Tonino Bello. È vero, in un abbraccio si può trovare la forza di rendere meno aggressivo il dolore incommensurabile di una perdita e pian piano trasformarlo in energia positiva che accorcia le distanze, fa brillare gli occhi di mamma, papà, delle sorelline, delle nonne e degli affetti più cari che ritroveranno il loro piccolo eroe nei sorrisi, nei gesti, nelle marachelle dei bimbi che animeranno quell’aula. «Nico gioisce sapendo che in un mondo tutto umano la sua famiglia e la sua scuola si sono unite affinché il suo nome riecheggiasse per sempre nella sua amatissima scuola», ha detto la mamma del piccolo eroe. E, ieri, aveva il suono melodioso del canto dei suoi compagni di classe di 1 B, di 5 E e F, della voce di quel bambino dai riccioli d’oro che, indicando il cuore dipinto sulla sua maglietta, ha urlato fiero: «sono io l’amico della scuola dell’infanzia di Nico». Aveva la bellezza della forza da leone di Gabriele che ha letto la sua lettera davanti a tutti e salutato il suo migliore amico: «Sei felicità, sei gioia, sei speranza -ha scritto-, sei accanto a me ogni giorno e nel mio cuore per sempre». Il nome di Nico avrà sempre i colori dei bellissimi disegni che i suoi compagni gli hanno dedicato o del suo ritratto realizzato dal dott. Rino Gesualdo. Nell’aula a lui intitolata «ci sentiremo -ha detto la dirigente-tutti accolti dal suo sorriso silenzioso», quello stesso che l’artista ha immortalato nella sua tela. «Raccoglieremo i germogli che Nico ha seminato nella sua scuola», ha promesso Amoia. «È una bellissima coincidenza ricordare Nico nel giorno del miracolo della Madonna Immacolata», ha sottolineato il sindaco Francesco Paolo Ricci. «Il miracolo è una testimonianza, è tutto quello che Nico ci ha dato nella sua breve vita. Ritrovarsi comunità nel vivere e condividere le emozioni di questo momento è segno che c’è ancora speranza» di poter riuscire a fidarsi dell’altro, tendere “la propria ala” per abbracciarsi e riuscire a librare leggeri nella “vita che genera vita”. Si può così recuperare quello «sguardo d’insieme» a cui ha richiamato sua Eccellenza Mons. Vito Piccinonna, arcivescovo della diocesi di Rieti che ieri è tornato nella sua tanto cara terra natìa. «L’amore non può togliercelo nessuno -ha concluso la mamma di Nico- e, allora, che l’aula magna sia feconda di questo sentimento».

 

L’aula magna del circolo didattico “Nicola Fornelli” di Bitonto è intitolata a Nico Rubini, un piccolo eroe dell’amore volato in cielo solo sette mesi fa dopo aver combattuto duramente contro una malattia. Oggi continua a generare nella sua scuola elementare, o meglio nella sua città, «un flusso d’amore infinito». È così che è stato definito dalla famiglia il suo grande dono, lo stesso che riusciva a percepirsi, ieri, negli occhi di piccoli e grandi che numerosi hanno partecipato alla manifestazione commemorativa voluta strenuamente dalla dirigente Anita Amoia e da tutta la comunità scolastica. «Ho letto da qualche parte che gli uomini hanno un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati», diceva don Tonino Bello. È vero, in un abbraccio si può trovare la forza di rendere meno aggressivo il dolore incommensurabile di una perdita e pian piano trasformarlo in energia positiva che accorcia le distanze, fa brillare gli occhi di mamma, papà, delle sorelline, delle nonne e degli affetti più cari che ritroveranno il loro piccolo eroe nei sorrisi, nei gesti, nelle marachelle dei bimbi che animeranno quell’aula. «Nico gioisce sapendo che in un mondo tutto umano la sua famiglia e la sua scuola si sono unite affinché il suo nome riecheggiasse per sempre nella sua amatissima scuola», ha detto la mamma del piccolo eroe. E, ieri, aveva il suono melodioso del canto dei suoi compagni di classe di 1 B, di 5 E e F, della voce di quel bambino dai riccioli d’oro che, indicando il cuore dipinto sulla sua maglietta, ha urlato fiero: «sono io l’amico della scuola dell’infanzia di Nico». Aveva la bellezza della forza da leone di Gabriele che ha letto la sua lettera davanti a tutti e salutato il suo migliore amico: «Sei felicità, sei gioia, sei speranza -ha scritto-, sei accanto a me ogni giorno e nel mio cuore per sempre». Il nome di Nico avrà sempre i colori dei bellissimi disegni che i suoi compagni gli hanno dedicato o del suo ritratto realizzato dal dott. Rino Gesualdo. Nell’aula a lui intitolata «ci sentiremo -ha detto la dirigente-tutti accolti dal suo sorriso silenzioso», quello stesso che l’artista ha immortalato nella sua tela. «Raccoglieremo i germogli che Nico ha seminato nella sua scuola», ha promesso Amoia. «È una bellissima coincidenza ricordare Nico nel giorno del miracolo della Madonna Immacolata», ha sottolineato il sindaco Francesco Paolo Ricci. «Il miracolo è una testimonianza, è tutto quello che Nico ci ha dato nella sua breve vita. Ritrovarsi comunità nel vivere e condividere le emozioni di questo momento è segno che c’è ancora speranza» di poter riuscire a fidarsi dell’altro, tendere “la propria ala” per abbracciarsi e riuscire a librare leggeri nella “vita che genera vita”. Si può così recuperare quello «sguardo d’insieme» a cui ha richiamato sua Eccellenza Mons. Vito Piccinonna, arcivescovo della diocesi di Rieti che ieri è tornato nella sua tanto cara terra natìa. «L’amore non può togliercelo nessuno -ha concluso la mamma di Nico- e, allora, che l’aula magna sia feconda di questo sentimento».

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