«I
famigliari mi hanno riferito che Felice avrebbe voluto varcare la Porta Santa
della Basilica dei Santi Medici. Ma la Porta non è che l’immagine delle braccia
aperte di Dio. Dio ha aperto le braccia e ha accolto il nostro fratello».
Un duplice abbraccio quello che ieri ha ricevuto il professor Felice Moretti: quello
misericordioso del Padre e quello di tutta la città a cui ha dato molto e di
cui era follemente innamorato.
L’amore per
Bitonto, per la sua storia e la sua arte d’altronde è riflesso in ogni
scritto della storico, ed è secondo forse solo a quello per la figura del poverello di Assisi.
«L’esistenza
di San Francesco ha influenzato la vita di Felice Moretti, uomo capace di
donare amicizia pulita e disinteressata, di resistere alla logica dell’interesse –
ha ricordato dal pulpito don Vito
Piccinonna durante l’omelia -. Pur
nei limiti dell’umana fragilità, non ha avuto falsità e sono certo che abbia
amato con i fatti e nella verità».
«La
scomparsa di Felice, tra l’altro, ha coinciso con la visita di Papa Francesco a
Greccio, luogo dove il poverello d’Assisi realizzò il primo presepe».
Della figura di san Francesco è dunque stata permeata sia
la vita che la morte di Felice Moretti. E lo è stato anche il rito funebre
accompagnato dalle note di “Fratello Sole, Sorella Luna”.
«Mi
piace ricordare Felice con uno scritto dei frati francescani sul dolore e sulla
gioia» ha principiato il suo discorso il professor Nicola Pice, amico di sempre e collega del Centro Ricerche di Storia e Arte Bitonto.
«Soprattutto nell’ultimo periodo, Felice ha saputo vivere la
sua sofferenza, trovando conforto in San Francesco. Ricordo la sua gioia di
vivere, l’amore per la famiglia. Non dirò del suo amore per Federico II, della
sua militanza nel Centro Ricerche, non citerò i suoi saggi. Voglio solo
ricordare “Specchio del mondo: I “bestiari
fantastici” delle cattedrali: la cattedrale di Bitonto”, testo in
cui ha sfoggiato tutta la sua passione e competenza”». «Da oggi la
luce di Cristo ti faccia conoscere solo lo splendore del giorno».«Ricordo i periodi in cui io ero al seminario in Assisi e Felice
Moretti si recava lì per contemplare gli affreschi e i luoghi di san Francesco –
ha invece testimoniato Fra Mario Marino -. Era innamorato
del Santo ed era affascinato dalla figura di Fra Luca da Bitonto. Ringrazio il
Signore per avermi concesso l’amicizia di Felice e prego affinché erediti da lui
la perseveranza nell’amore francescano».
E anche
Bitonto deve ringraziare il Signore per averci concesso l’onore di annoverare Felice
Moretti tra i nostri concittadini, di averci permesso di conoscere davvero la
nostra storia, la nostra arte, e di trovare la nostra identità grazie a lui.