Ieri si è votato in 59 comuni di Puglia. La percentuale alle 23 di ieri sera si è attestata al 69,36% – cinque anni prima fu del 72,96% – (Prov. Bari al 68,50% risultando la provincia con la percentuale più bassa).
Ancora una volta pare che a vincere sia il dato dell’astensionismo.
Il dato delle Europee del 2014 si era fermato al 51,5% (dopo il 67% del 2009) e non è andata certo meglio alle Regionali dello scorso anno 51,15% (cinque anni prima fu del 62,29%).
Ci si illude che per la propria città, per i propri parenti, amici, conoscenti, candidati preferiti si debba scendere in campo in numero maggiore, ma i numeri – anche oggi – pare siano in rotta contraria.
Quanti ragazzi non seguono la politica?
Il perché è semplice: pensano sia tutto inutile.
Pensano che la “cosa” pubblica è già nelle mani di qualcun altro, che l’innovazione sia sinonimo di presa per i fondelli.
Pensano che le burocrazie lunghe da rispettare, i patti di stabilità da ossequiare, le garanzie da dover dare, siano ostacoli da poter oltrepassare.
Quello che manca davvero è il senso d’appartenenza.
E non ricordo chi, in una serata d’estate lo raccontava, ma la vera differenza che si è creata con l’estero è la disaffezione.
Il leccio va a male, le pietre vengono spostate e riposizionate a membro canino, la buca diventa profonda, l’ospedale (il tribunale, mettetevi quel che vi piace) si chiude?
E “chissenefrega” tanto era già deciso così.
Doveva andare così, noi che ci possiamo fare.
Vogliamo che le cose pubbliche tornino ad essere cose nostre.
Che ci parta la molla, la bobina, di diventare cattivi, acidi, arrabbiati, se rovinano qualcosa di nostro. Senza necessariamente farsi molti problemi: perchè è vero, è anche vero, che in questo periodo io per prima ho tenuto la lingua tra i denti su centomila questioni.
E perchè non mi sentivo in grado, e perchè c’erano persone molto più intelligenti di me che avevano detto già la loro, e perchè il tempo fugge, e perchè se scrivi “A” vuol dire che vuoi bene a Caio e diventi il nemico di Tizio, se scrivi “B” vuol dire che vuoi bene a Tizio e Caio ti odierà per sempre.
Per questo sì, preferisco restare in silenzio.
Credo sia meglio così. Però aveva ragione chi diceva che dobbiamo batter i pugni e non solo la politica, dobbiamo farlo tutti: perchè abbiamo il potere di cambiarle le cose, sempre.
Abbiamo il potere di fare domande e pretendere risposte.
La buon’anima Muhammad Alì? avrebbe detto che “Impossibile non è un dato di fatto, è un’opinione“.