“Franco Mundo non starebbe in Consiglio comunale se non fossi stato eletto sindaco io”.Parole del primo cittadino bitontino, rilasciate in un’intervista alla testata giornalistica bitontolive.it.
L’infantilismo (o, se volete, la sindrome da “padrone del pallone”), nella mia Città, ha davvero raggiunto livelli preoccupanti.
Sembra quasi che l’inquilino più importante di Palazzo Gentile accusi il consigliere comunale, in quota P.S.I., di non averlo doverosamente ringraziato (osannato?) per la “poltrona” che occupa.
In realtà, però, anche altri consiglieri si sarebbero trovati nella medesima condizione di Mundo: Giovanni Ciccarone (Progetto Comune), Francesco Cuoccio (Giovani con M.A.), Mimmo Incantalupo e Vito Palmieri (Laboratorio), Domenico Nacci (IDV), Vito Modugno e Francesco Rutigliano (SEL).
Città Democratica, oggi rappresentata da Pippo D’Acciò, non sarebbe affatto entrata in Consiglio comunale.
Per non parlare di Gala (entrato in Consiglio comunale perché Scauro fu “promosso” assessore), Patierno (entrato in Consiglio comunale perché Incantalupo fu “promosso” assessore) e Schettini (entrato in Consiglio comunale perché Palmieri si è dimesso), Febbrile e Pafetta (entrati in Consiglio comunale perché prima Nacci e poi Fioriello hanno ottenuto il “soglio assessorile”).
O, ancora, Ricatti (entrato in Consiglio comunale perché Daucelli fu “promosso” assessore) e Valeriano (entrato in Consiglio comunale perché Rutigliano, dopo essere passato nelle fila del PD, si è dimesso).
E quindi?
E non è forse vero il contrario, anche?
I voti “raccattati” da Mundo (203), dal Partito Socialista (1.705), uniti ai voti delle altre Liste della coalizione, non sono forse serviti per eleggere l’attuale sindaco?
O il primo cittadino pensa di aver partecipato ad una competizione a sé stante, dove lui era sicuro di arrivare comunque primo?
Qual è il messaggio che il “signor 17.000 voti” ha voluto far passare?
Spero, vivamente, non quello che gli altri (consiglieri e non) la gratitudine gliel’hanno dimostrata, diversamente da quanto abbia fatto (pare) Mundo.E in quale maniera? Non opponendosi mai alle sue volontà?
Alla luce di questi interrogativi, parecchie situazioni possono essere lette in maniera diversa. Prendiamo, ad esempio, il caso dell’elezione del Presidente del Consiglio comunale. Lo scranno lasciato vacante da Vito Palmieri è stato occupato, per diverso tempo, dal Vice-Presidente Cuoccio. Stranamente (molto stranamente aggiungerei), spuntò l’idea di offrire la “poltrona” ad un membro del Partito Democratico, imponendo, alla “segreteria della pescara”, il nominativo del consigliere Depalma. Contro il volere del segretario Vaccaro e senza sapere, ad oggi, CHI e CON CHI le trattative siano state condotte, TUTTI i consiglieri comunali di maggioranza, ECCETTO I DUE SOCIALISTI (sic! Sempre loro!), votarono il nome “indicato” dal primo cittadino.
Ecco, questo è, forse, l’atteggiamento di gratitudine e di fedeltà che il sindaco si aspetta(va) dai consiglieri di maggioranza. E pensare che tra i consiglieri comunali che hanno “alzato la mano” ce ne sono alcuni che non avrebbero mai permesso che, all’interno dei Partiti/Movimenti d’appartenenza, ci potesse essere un’ingerenza di tal fattezza. Ma si sa, la “posizione” che si occupa fa vedere le cose sempre in maniera diversa.
E cosa pensare, inoltre, dell’abuso nell’utilizzo dei social network?
Sia chiaro, fin tanto che i social network vengono utilizzati dall’inquilino di Palazzo Gentile e dai suoi “ultras” tutto va bene. Quando, invece, ad utilizzare lo stesso strumento, foss’anche per porre una domanda ad un consigliere o al Presidente del Consiglio o anche solo per commentare un post di un supporter, è la “parte avversa”, i social diventano il “luogo della polemica” e, quindi, non consono ad affrontare certe tematiche.
E quali sono le tematiche che si possono affrontare e quelle che si devono “nascondere” (sui social… e non)?
Prendiamo, ad esempio, la diatriba Natilla-Daucelli. Possibile che il primo cittadino, che di facebook ne fa uno strumento quotidiano, per poter essere sempre più vicino ai cittadini, non abbia sentito l’obbligo di intervenire sulla vicenda, per poter dissipare ogni possibile dubbio?
In definitiva, al di là degli (eventuali!) attacchi personali (che vanno stigmatizzati a prescindere), è possibile che il sindaco non abbia sentito la responsabilità politica e morale di dichiarare, senza il benché minimo dubbio, se Natilla abbia o no detto BUGIE?
E, naturalmente, anche dal resto degli occupanti l’emiciclo di Palazzo Gentile non è stato ancora chiarito se le “accuse” (infamanti?) siano vere o false, al di là di comunicati stampa (filosofici) che fanno “quadrato” ma non rispondono nel merito.Quanto agli “attacchi personali” corre l’obbligo fare una precisazione.
Offendere la professionalità, l’intelligenza, la cultura, l’onore e la “sfera privata” è un attacco personale. Ma, criticare (se pur con durezza) comportamenti e/o situazioni legati all’incarico (pubblico) ricoperto è un attacco personale?
E anche la “sfera privata” va tenuta lontana dalla bagarre politica… sempre che non sia la stessa persona a “strumentalizzarla”, in forma pubblica, per impietosire l’opinione pubblica.
Possono i bitontini sperare in atteggiamenti più di spessore per la prossima campagna elettorale e per i prossimi cinque anni di governo cittadino? Lo scopriremo solo vivendo… sempre che qualcuno, nel frattempo, non decida di cambiare il Comune di residenza!