Non tutti, ma troppi.
Questo è il triste quadro che emerge da anni a Bitonto.
Una vera assefuazione ai fenomeni Criminali.
Adesso qualcuno si sentirà offeso da queste mie parole, ma saranno gli stessi che in varie occasioni hanno voltato lo sguardo dall altra parte ed hanno gridato al complotto.
Bisogna dirla tutta e senza peli sulla lingua: c’è chi convive con la criminalità e a chi conviene e chi ci fa affari.
C’è poi chi si rivolge a questi balordi per chiedere piaceri, chi paga la protezione e chi il pizzo come forma di sudditanza.
Poi c’è chi dall alto del suo “regno” si sente estraneo al fenomeno criminale e vive nel suo mondo dorato.
Ma c’è da dire anche che c’è quella parte buona di Bitontini che lotta con forza contro ogni violenza, ma questi cittadini troppo spesso sono giudicati e discriminati come cattivi cittadini che fanno cattiva pubblicità a Bitonto.
Mai dimenticare le parole “a Bitonto non c’è la mafia, sono solo quattro balordi”.
La criminalità a Bitonto si rigenera con una velocità incredibile – notate che, nonostante il territorio sua stato messo sotto assedio dalla forze dell’ordine, continuano le attività illecite – anche perché mancano veri progetti di Legalità e troppe sono le chiacchiere al vento.
Il recupero della gioventù di strada resta un miraggio e troppo spesso chi comincia con l’abbandono della scuola per dedicarsi alla violenza di strada finisce per diventare un aspirante boss.
La droga è il collettore che porta alle guerre tra gruppi criminali.
Certo, non è facile contrastare un fenomeno radicato negli anni, ma l’omertà e la complicità sono i fertilizzanti per far nascere una nuova criminalità sempre più spietata.
Mi chiedo: come si può restare inerti ad osservare questa escalation criminale che rende la città ostaggio dei criminali?