Emergenza
sicurezza?
In realtà siamo in emergenza da sempre
nella nostra città anche se ormai la misura è colma: furti, scippi, rapine ed
aggressioni si ripetono ovunque e pare siano all’ordine del giorno sia in pieno
salotto cittadino che in periferia senza
risparmiare le frazioni. Anziani e giovani, cittadini e turisti
(soprattutto stranieri) sono le vittime predestinate di criminali insolenti
che, anche grazie ad un codice penale molto interpretabile, si adoperano per
rendere invivibile e pericolosa la nostra Bitonto.
Questa sorta di “LIVELLA” non esclude
attività commerciali, aree di distribuzione carburanti, farmacie e addirittura
uffici postali i cui dipendenti continuano a subire vessazioni e maltrattamenti
vivendo in uno stato di continuo stress psicofisico dovuto alla paura vissuta
come normalità.
Non si salvano nemmeno i distributori
bancomat, a volte completamente divelti dai propri siti e misteriosamente
scomparsi.
Spesso si tende ad additare, quali responsabili di tali comportamenti, immigrati
o extracomunitari che diventano veri e propri capri espiatori per
amministrazioni incapaci o impossibilitati a gestire l’emergenza.
Di fatto sono proprio alcune frange di
nostri compaesani a macchiarsi di comportamenti illegali e non ortodossi che
rendono invivibile la città e che mettono le “brave persone” in condizione di
sentirsi come le pecore in mezzo ai lupi. E che dire delle frequenti
sparatorie, anche in pieno centro, che rischiano di mietere vittime innocenti e
inconsapevoli di ogni età?
Questa responsabilità non è ascrivibile ad
altri, è responsabilità di ognuno di noi, di ogni cittadino convinto che la
cosa lo riguardi relativamente: “Basta che non mi intrometta per vivere
sereno!” No cari signori, anche noi siamo responsabili di quanto accade, col
nostro silenzio, col nostro distacco, col nostro disinteresse, con la nostra
abitudine a non entrarci, a nasconderci, col nostro fatalismo; una buona parte
di abitanti sa chi e perchè… e forse anche come e quando.
Sappiamo perfettamente (perchè le
amministrazioni che si sono succedute oltre che l’attuale ci hanno erudito in
materia) che il personale di polizia presente sul territorio, è insufficiente a
controllare tutta l’area bitontina compreso le frazioni di Palombaio e Mariotto
e che le richieste di invio rinforzi
inoltrate al prefetto di turno hanno prodotto solo risultati temporanei o anche
estemporanei.
Siamo certi, però, anche del fatto che
denunciare non basta, che la nostra legislazione è decisamente limitante e che,
paradossalmente, tutela spesso chi delinque a discapito sia delle vittime che
di chi , ogni giorno, si oppone alla criminalità.
Proviamo allora a considerare eventuali
soluzioni da adottare per limitare i danni se non si può risolvere radicalmente
la questione: cosa faremmo se fossimo gli amministratori, o meglio i “pater
familias” di questa città?
Considerato che la mancanza di lavoro è
spesso utilizzata come alibi per “giustificare” il delinquere, daremmo vita a
progetti tesi a valorizzare le peculiarità del nostro territorio sfruttando la
disponibilità e le capacità di certe maestranze e creando posti di lavoro;
stimoleremmo l’interesse dei giovani verso lavori o arti che, se recuperate
sarebbero certo trampolino di rilancio economico del territorio; riproporremmo
una scuola dell’obbligo che formi realmente i nuovi cittadini all’insegna dei
veri valori del sociale; cercheremmo, per quanto possibile, di ridistribuire la
ricchezza finora sempre concentrata nelle mani di pochi che, facendo il bello ed il cattivo tempo,
sfruttano la disperazione e l’indigenza della gente a scopo partitico, con
l’unico obiettivo di recuperare voti per mantenere il potere; sicuramente
cercheremmo di intensificare l’azione di indagine e di controllo sulle attività
illecite, adotteremmo un data base capace di sfruttare i dati relativi ai vari
delinquenti ed ai loro modus operandi (esiste già qualcosa di simile e funziona
benissimo) che aiuterebbe a prevedere tempi e luoghi di intervento mirati da parte
delle forze dell’ordine; proveremmo ad evitare di elargire sussidi ed
agevolazioni a chi urla più forte o non rispetta le regole favorendo chi ne ha
realmente bisogno ma è troppo educato o ha troppa dignità per “elemosinare”
alle istituzioni il rispetto dei propri diritti; cercheremmo di impiegare
cittadini in mobilità o che hanno completamente perso il posto di lavoro
barattando il loro impiego con la riduzione di tasse o di bollette per la
fornitura dei servizi essenziali; favoriremmo l’integrazione, tanto da evitare
il persistere di ghetti popolati non sempre da extracomunitari ma da chi, nel
ghetto, trova una collocazione comoda e adatta a delinquere;
ci riapproprieremmo degli
spazi pubblici promuovendo di continuo eventi che spingano i cittadini sempre
di più nei meandri più reconditi della Bitonto off limits; promuoveremmo un
ordinamento interno che ci desse la possibilità di sfruttare le telecamere
disponibili per un controllo più
radicale e continuo del territorio e che permettesse alle forze dell’ordine di
intervenire in tempo reale nelle questioni di malaffare o di identificare e
punire seriamente gli individui colti a
delinquere; sensibilizzeremmo i titolari di attività commerciali a denunciare
estorsioni implicite o esplicite dando loro reale tutela non solo legale.
Ancora tante potrebbero essere le proposte
e bello sarebbe che ogni cittadino degno di questo nome ed innamorato di
Bitonto desse il proprio contributo con idee e interventi collaborativi, quindi
attivi.
Non
subiamo più, partecipiamo!