Ieri sera, il clima in via Pannone n°32
non era certamente dei migliori.
Un numero consistente di residenti,
infatti, ha pensato di organizzare un sit – in per protestare univocamente
contro l’installazione dell’antenna di telefonia mobile, i cui lavori sono lì a
30 metri. E che non solo non si fermano, ma anzi procedono speditamente.
Guardandoli in faccia, i cittadini che
abitano in questa zona di città al di là della ferrovia Bari Nord e non più
grande di 150 metri, si capisce subito che quest’ennesima antenna (ce ne sono
già 3 da queste parti) davvero non la vogliono. Per questo, allora, in connubio
con il presidente del Comitato della zona artigianale, Vincenzo Marinelli,
hanno deciso di chiedere al sindaco Michele Abbaticchio la sospensione momentanea
dei lavori – almeno per tutto il mese di agosto – per permettere loro di
difendersi al meglio contro quello che qualcuno definisce “bubbone” o “mostro”.
Che – dicono da queste parti – «non
soltanto stanno installando senza che mai nessuno ci abbia consultato o tenuto
in considerazione, ma soprattutto con
l’inganno, perché gli operai si sono presentati dicendoci di dover cambiare un
palo della luce e invece hanno fatto tutt’altro. Perché il sindaco, sempre così
attivo su Facebook, non ha pensato anche di scrivere un post su questo?».
«Molti pensano che siamo privilegiati – afferma il signor
Alfonso Giammarelli – ma non lo siamo affatto. Paghiamo le tasse come tutti,
ovviamente continueremo a farlo, ma la realtà è che si sono dimenticati di noi
come se non esistessimo. Perché le antenne le devono installare sempre qui?».
La signora Daniela Vacca, invece, 75enne
che non ha perso la voglia di combattere e di lottare, racconta che mercoledì
si è recata direttamente a Palazzo Gentile per parlare con il sindaco e il
vicesindaco. Non ci è riuscita, ma stamattina – giura – tornerà alla carica.
Molti dei protestanti guardano e
riguardano le carte. Quella del Consiglio comunale del 2005, che ha dato l’ok
alla Telecom S.p.a. Quella del contratto di locazione del 2012. Quella che ha
dato il via libera ai lavori, nel gennaio scorso. E, proprio nelle carte –
dicono Francesco Mercurio e Roberto Chirico – ci sarebbe già una motivazione
che spiegherebbe perché da queste parte l’antenna non s’ha da fare.
«Questa parte della città è
classificata come D4 – spiegano – e quindi è una zona adatta a
insediamenti per attività ricettive (motel e impianti di benzina, ndr) e
tecniche inerenti la viabilità. Come si può costruire questo scempio, allora,
in una zona del genere, dove fino a poco tempo fa c’erano anche le giostre per
i più piccoli?». Non solo, «perché questa parte di città dista
esattamente 200 metri da quella parte, al di là del sottopassaggio per la via
di Giovinazzo, che la lottizzazione fatta dall’amministrazione Valla ha
indicato come sottomaglia della zona “H”, con tanto di progetto che prevede
centro direzionale con albergo e zona commerciale», arringano i due
residenti.
E, tanto per non far mancare niente al
caso, altri ricordano che le carte raccontano che da queste parti le antenne
che vengono installate devono avere un’altezza massima di 10,50 metri. L’ultima
che potrebbe arrivare ne ha 37 di metri.
Gianni Castellano, una specie di guida a
capo dei cittadini imbufaliti, ricorda che al loro fianco c’è anche “Bitonto in
movimento”, i grillini bitontini, e
anche il deputato Francesco Cariello si sarebbe interessato alla
causa, avviando un dialogo con
Abbaticchio tramite posta elettronica.
Tra qualche giorno arriverà l’Arpa per
dare un parere definitivo sul progetto. Da via Pannone n° 32 sono scettici che
qualcosa possa cambiare, ma sperano per il meglio. Nel frattempo, intendono
soltanto resistere.