“Bitonto è un
trampolino di lancio ed è per questo che negli ultimi anni è lievitato il
livello qualitativo del personale. Sono
convinto che chi mi succederà (il dott. Giorgio Oliva, che viene da Bari, ndr) avrà l’esperienza
e la competenza adeguate“, sono le parole, quasi velate di malinconia, del dott. Francesco Triggiani, che dopo tre anni lascia il Commissariato di Bitonto.
C’è aria di smobilitazione nell’ufficio di via Traetta, cartoni pieni zeppi di ricordi e cimeli ci dicono che è in partenza questo poliziotto che per cultura classica ed ironico distacco pare uscito dalla penna di Leonardo Sciascia (siculo scrittore che continuiamo a preferire all’idolatrato Carofiglio, perdonateci).
Destinazione: Roma.
C’è da frequentare il corso da dirigente di primo livello.
Un bel salto, non c’è che dire.
Meritato.
Ecco il consuntivo dell’avventura bitontina. “Il mio
bilancio è certamente positivo. Sono leopardiano convinto e credo che il
pessimista sia il migliore dei realisti, senza mai perdere la combattività“.
“Dunque, sin
dal mio insediamento, ho effettuato una rimodulazione del servizio esterno,
perseguendo un maggiore coordinamento con la squadra mobile, ottimo il rapporto
è stato con i dirigenti Lamparelli e Rinella, ma pure con i Carabinieri, la
polizia municipale, guardie campestri e vigili rurali, tutti in sintonia con la
Prefettura, perché quando si fa squadra con un intento comune è più facile
ottenere risultati“, riassume con pacato sorriso.
“Allora, soprattutto
per i reati gravi, rapine ai tir e racket delle estorsioni, s’è registrato un
calo sensibile e i furti alle cisterne di olio sono stati addirittura abbattuti
a saldo zero”, sfoggia con orgoglio.
E prosegue: “Nel campo
della tutela della sicurezza pubblica e civile, la vivibilità della città è
migliorata. Come dissi sin dall’inizio, il centro storico doveva essere
occupato civilmente dalla gente, perciò positivo è stato il sorgere di attività
ricreative e tocca alla polizia assicurare la serenità dell’operato degli
esercenti, cercando di arginare i fenomeni di devianza”.
“Abbiamo fronteggiato
le varie forme di crimine dalle rapine a mano armata ai furti d’appartamento, dalle
rapine improprie, tipo tamponamenti con furti di auto, agli scippi con violenza,
provando a farne decrescere il numero”.
Insomma, la nostra triste quotidianità.
Le cause? La risposta è oculata e nasce da una osservazione acuta del contesto, non solo poliziesca, ma pure sociologica. “Non credo
che dipenda solo dalla crisi economica, una cultura dell’illegalità genera una
forte presenza di un substrato di devianza minorile diffusa, contro cui poco
può fare l’azione di repressione, quanto piuttosto la prevenzione e la cura,
recuperando queste giovani energie e reindirizzandole verso il bene“.
Ma qual è la situazione attuale? “Nel corso di
questi tre anni, l’intento principale è stato attaccare i clan delinquenziali,
colpendo il traffico di sostanze stupefacenti e l’azione estorsiva. In questa
direzione sono andate le diverse operazioni Sylos 1 e 2, Argo, realizzate per
minare il terreno su cui si muovono. Una
capillare operazione di intelligence e numerose investigazioni, ci hanno
permesso di comprendere le dinamiche dei gruppi, che stanno vivendo una fase di assestamento all’interno, tra
conciliazioni e faide, accordi di non belligeranza e avvertimenti vari”.
“Noi abbiamo
disturbato con la nostra azione la loro riorganizzazione. Ogni volta
che cominciavano una attività, si trovavano un elemento in meno, di qui
scaturiva un senso di disorientamento che li costringeva ad acquisire forze nuove,
inesperte e inaffidabili, che fanno uso di droghe e sono amorali, dal momento
che sprigionano violenza gratuita per esibizionismo, connaturato alla giovane
età. Sono
elementi non scolarizzati e si bullano della sicurezza economica che dà loro la
facile e illusoria sicurezza economica”, quanta dolorosa verità in queste parole…
“La
situazione attualmente è molto fluida, Conte che si avvicina ai Modugno, Cipriano contro Modugno per via dello zio, poi Giuseppe Rocco Cassano da poco scarcerato che
agita la situazione“, nomi consueti che troppo spesso ci fanno assurgere ai disonori della cronaca.
Ma c’è altro a Bitonto, per fortuna: “La città è
cambiata notevolmente negli ultimi due anni, i ragazzi devono ancora
comprendere appieno potenzialità e opportunità ha Bitonto in questo momento. Dopo
il rilancio del borgo antico, aspettiamo il decollo della zona artigianale“.
I fotogrammi di un film appassionante, mentre scorrono i titoli di coda. “I
momenti più sereni sono stati quelli vissuti con amici e colleghi, ora il
personale è valido, con otto uomini giovani che permettono un potenziamento di polizia
giudiziaria e delle volanti. Nessun momento brutto, perché quando fai questo mestiere metti in conto tutto e ci fai l’abitudine”.
In chiusura, il breve testamento spirituale del dott. Triggiani: “Quando
sono arrivato, ho trovato una criminalità molto mitizzata e descritta
stupidamente con orgoglio da alcuni cittadini bitontini, il che non fa bene
alla città. Penso che non ci debba essere alcuna commistione tra chi lavora per
il bene e chi fa il male, siamo su sponde opposte, certo il rispetto umano e cristiano
della persona non si nega a nessuno, ma non dev’esserci la benevolenza, ma il
netto e deciso contrasto. Questa è la
linea su cui ho impostato la mia azione, con serenità ed efficacia, in un’ottica
di sicurezza e convivenza civile per la comunità tutta”.
Ad maiora, Francesco!