La Newo? È semplice, non si può fare.
La convinzione arriva dai “Verdi”, che questa mattina, nella Sala della giunta del Palazzo della Provincia, alle 11, illustreranno alcuni (forse importanti) aspetti riguardanti l’inceneritore che si vorrebbe realizzare nella Zona industriale di Bari-Modugno.
Secondo lo storico gruppo degli ambientalisti, infatti, “il procedimento autorizzatorio dell’inceneritore della società NEWO è nullo perché invalidato da gravi vizi formali e sostanziali”. Così come la “Valutazione di impatto ambientale e l’Autorizzazione integrata ambientale rilasciate dalla Regione Puglia sono illegittime e pertanto nulle”.
Ma proprio nella giornata di ieri, però, si è tornato a parlare di quello che sarebbe uno degli aspetti più preoccupanti di questo inceneritore. La tipologia dei rifiuti che dovrebbe essere trattata.
Il rischio, infatti, – sottolineava la “Gazzetta del Mezzogiorno” – è che la nostra zona possa diventare la pattumiera d’Italia, perché da un lato è intenzione c’è l’intenzione di scaricare flussi che rivengono dal trattamento dei rifiuti solidi urbani (83mila tonnellate di frazione solida all’anno, e più di 32mila tonnellate all’anno di liquido di scarto), e dall’altro lato di far arrivare rifiuti presentanti soluzione liquida alcalina esausta.
Tutta ruba, dunque, che arriverà da altre parti d’Italia, e su questo non esisterebbe alcun impedimento o vincolo giuridico.
Il dubbio, allora, a questo punto – ma lo è sempre stato, a dire la verità – è che bisogna valutare la sostenibilità ambientale di tale progetto/costruzione, in relazione al suo inserimento nei cicli dell’equilibrio globale. E qui nessuno ha la risposta esaustiva.