Da un lato ci sono quegli immobili di proprietà comunale che, non avendo più funzioni istituzionali, da Palazzo Gentile hanno pensato bene di mettere a disposizione della collettività. Dall’altro lato le strutture (terreni, fabbricati, e altro ancora) da sottoporre ad altre e diverse forme di valorizzazione, anche perché abbandonate da anni.
La giunta comunale nei giorni scorsi, allora, ha licenziato il Piano triennale di valorizzazioni immobiliari e delle alienazioni 2019-2021, che in pratica è tutto ciò che si può vendere per fare cassa.
L’elenco è abbastanza corposo, in quanto ci sono sia immobili già tentati di piazzare nel recente passato ma senza particolare fortuna, sia new entry. In centro come in periferia come anche in campagna. In zone più tranquille e altre un po’ meno.
E, partendo dagli ultimi arrivati, da corso Vittorio Emanuele hanno intenzione di dismettere il civico 17 di piazza Cavour al prezzo di 20mila euro, alcuni locali che si trovano in corte d’Agrestis, altri tre ubicati in corte Abate Marino (si parte da 14mila euro), e il civico 10 di via Germano, che vale 6mila euro. Il valore – fanno sapere dal Comune – “è stato determinato sulla base di perizie di stima eseguite da società esterne appositamente incaricate a seguito di infruttuoso interpello rivolto ai Servizi tecnici comunali”. A cui va aggiunto, però, tutte le spese tecniche eventualmente da sostenere.
L’elenco, però è lunghissimo si diceva, e spulciandolo, tra i beni che si vogliono alienare, ci sono da segnalare i sei immobili in via Ferrante Aporti, alcune abitazioni di corso Vittorio Emanuele e in piazza Moro, l’ex Lazzaretto sulla strada provinciale che conduce a Palo del Colle (oltre 57mila euro il valore d’asta), due fabbricati in corte del Gelso, e altro ancora. E si tratta, per la maggior parte, di immobili provati a piazzare negli anni precedenti, ma la cui asta è sempre andata deserta. È il caso, anche, di due fondi rustici in contrada “LamadiViddi”.
Tra i beni che invece si vogliono valorizzare, Palazzo Gentile ha inserito, ancora una volta, lo storico complesso di sant’Agostino, che comunque è rientrato in un particolare programma regionale che potrebbe farlo diventare una struttura di ricezione, l’Istituto “San Carlo”, un deposito in via Domenico Ricapito, e un terreno con fabbricato in costruzione in contrada “Piscina dei cani”.