DI MARIELLA DE SANTIS
Per MD, in memoria
Amico mio, ho saputo che sei andato via. E l’ho saputo ieri, proprio mentre ascoltavo poesie che parlavano di luoghi da te e me amati, esplorati, conosciuti.
E’ stato strano. Come se volessi essere tu a dirmelo.
E durante la lettura ricordavo delle nostre passeggiate nei boschi, dei nomi delle piante che mi indicavi e delle specie simili e diverse, delle proprietà e degli usi.
Poi andavamo nei borghi abbandonati, in cima al nulla con l’odore di menta e origano che ci stordiva. Cercavamo trattorie dal gusto schietto e condividevamo le amicizie. Spesso, lasciando la sosta negli affetti familiari, tornavamo insieme ai nostri luoghi di lavoro, viaggiando poco prima dell’alba.
In auto, tu guidavi, ridevamo, fioccavano confidenze impudenti e si sedeva sul sedile posteriore la speranza. Tra noi due ero io quella che indossava il mantello dell’inquietudine e dell’impeto, tu i guanti dell’attesa e della vaporosa malinconia.
Arrivò il momento che io mi trasferii nella città del nord e tu voltasti verso sud. Ti cercai e venni a trovare sei anni orsono, tempo era passato, tanto. Eri meravigliato che ancora mi fossi presente. Ti dissi che gli affetti hanno in me scrigno sicuro.
Non perdiamoci ora, ti chiesi. Sei lontana, mi rispondesti.
Solo da noi stessi siamo davvero lontani, pensai.
Decisi che avrei lasciato a te la scelta di ricontattarmi, se lo avessi voluto. In qualche modo lo hai fatto, ieri.
Ti sia leggero il viaggio, Amico mio caro.