Dal Prof. Raffaele Picciotti, in replica ad un articolo di Valentino Garofalo, pubblicato sull’ultimo numero del “da Bitonto”, riceviamo e pubblichiamo.
“Fin dai banchi di scuola abbiamo imparato che in una società democratica il primo potere è il legislativo, il secondo l’esecutivo, il terzo il giudiziario.
Il “guardiano” di tutti è il cosiddetto QUARTO POTERE, la STAMPA . Il tutto nasce dal famoso film del grande Orson Welles Citizen Kane (1941) , noto in Italia col titolo appunto di QUARTO POTERE, sulla vita di una magnate americano dell’editoria.
A questo ho pensato dopo aver letto un articolo apparso sull’ultimo numero del mensile da Bitonto dal titolo Le scorie della vecchia politica a firma di Valentino Garofalo componente della redazione dello stesso giornale.
In verità, gentile Direttore, sulle prime ho pensato di non dare troppo peso alle numerose elucubrazioni lette in detto articolo, ripensando al vecchio, ma sempre valido adagio latino De minimis non curat praetor.
Poi ho deciso di inviare alla Sua c.a. queste note, con preghiera di pubblicazione sulla testata on line che Lei sapientemente dirige, solo perché il solerte articolista ha più volte fatto cenno esplicito alla mia persona con giudizi al limite della diffamazione e lesivi della mia onorabilità, circa i quali mi riservo di assumere successive decisioni.
Tralasciando le forbite argomentazioni di filosofia politica contenute nella prima parte del pezzo, mi sforzerò di fare chiarezza su alcune esilaranti e velenose accuse di cui sono stato bersaglio.
Mi preme in primis chiarire che il sottoscritto è il REFERENTE (senza cosiddetto!!!) pro tempore di un Progetto politico promosso dal dott. Antonio Nunziante, vice presidente della Regione Puglia, su mandato dello stesso dott. Nunziante fin da ottobre 2016, unitamente al dott. Antonio Nacci, come si evince dai resoconti di tutte le uscite pubbliche relative al Progetto Politico Civico, che ha poi portato alla sinergia progettuale di Viviamo la Città e di Progetto Comune.
Circa poi le accuse di praticare un civismo simil partitismo che a dire dell’articolista avrebbe portato il sottoscritto a negare i valori della cittadinanza attiva perseguendo interessi verticistici finalizzati a conquistare e distribuire il potere , il tutto in una deriva oligarchica, mi sento di dire solo questo:
la storia del mio impegno civico come docente (per una vita lavorativa) e come cittadino impegnato nelle istituzioni (5 anni di consigliere comunale 2003-2008) è stato e rimane nella memoria dei miei ex alunni e di quanti mi conoscono.
Non ho mai perseguito interessi personali né ricevuto prebende derivanti da logiche di potere.
L’accusa di deriva oligarchica fa solo sorridere.
Ma essere accusato in modo infamante di “sedurre i giovani e poi abbandonarli, peggio bidonarli” da chi è stato pure lui un educatore è veramente troppo. Ho trascorso tutta la mia vita di docente con i giovani con i quali ho sempre avuto un rapporto leale, schietto e sincero, e non passa giorno che i miei ex alunni continuano a darmene atto.
Ma – per riprendere l’incipit giornalistico di questo mio intervento- forse non mi sarei premurato di inviare queste mie note al Suo giornale, sig. Direttore, se non avessi ravvisato un macroscopico conflitto di identità che alberga nel Suo redattore che con una quanto meno sospetta solerzia si è “divertito” a dispensare giudizi sulla mia persona.
Infatti come lo stesso Garofalo asserisce in un passaggio egli ha vissuto in prima persona dall’interno l’esperienza del Progetto in questione. Ebbene sì. Confermo che fa parte del coordinamento provvisorio del gruppo politico CIVICO Progetto Comune Viviamo la Città. Devo dedurre che il Suo redattore “ ha dimenticato” il codice deontologico che un buon giornalista dovrebbe perseguire avendo tra le mani il “Quarto Potere”. Non si può essere controllore e controllato. Non si può giocare la partita e nel contempo pretendere di scriverne la cronaca (per di più in modo subdolo e distorto).
Aristotele ci ha insegnato non solo la Politica, ma anche e specialmente l’Etica.
Grazie per l’attenzione.