Cosa diremmo se la tomba di un nostro parente fosse circondata da rifiuti e trasformata in una discarica?
O se fosse usata come luogo per far giocare dei bambini?
Sicuramente non la prenderemmo molto bene e considereremmo tutto ciò come una mancanza di rispetto verso il nostro caro estinto.
Eppure è proprio quello che è successo in piazza Marconi.
La centralissima piazza bitontina ospita il monumento ai Caduti, costruito negli anni ’70 per onorare i caduti di tutte le guerre. Fisicamente non ci è sepolto nessuno, ma simbolicamente lì riposano i tantissimi soldati mai più tornati dal fronte. E in ogni famiglia c’è stato quasi sicuramente un parente morto in guerra.
Due sere fa quel monumento si presentava circondato da rifiuti di vario genere, specialmente cartoni. Alcuni di essi erano persino posizionati e incastrati appositamente nella struttura in ferro che sovrasta l’altare in marmo. Inoltre, il braciere commemorativo all’incirca verso le 22, era trasformato in un tamburo, da parte di una comitiva di bambini i cui genitori, incuranti dell’enorme mancanza di rispetto, stazionavano sulla piazza alle spalle del memoriale senza fare alcunché per richiamare all’ordine i pargoli.
Una scena raccapricciante, testimonianza di uno scarsissimo senso civico non dei bambini, che difficilmente possono rendersi conto dell’importanza del monumento, ma degli adulti che dovrebbero insegnare ai figli le regole del vivere civilmente.
Peraltro, il dì seguente, è bene sottolinearlo, tutto era stato ripulito da chi è preposto all’igiene urbana, ma qui si cerca di fare un discorso che riguardi il senso di comunità, che non può e non deve coinvolgere solo l’amministrazione.
Perché ognuno di noi è comunità ed è sommamente responsabile della qualità della vita di essa.
Un monumento che non trova pace. Solo due anni fa lo stesso fu ripulito dalle scritte lasciate dai ragazzini sulla lapide commemorativa. E fa rabbia pensare che tutto ciò avvenga proprio nell’anno in cui celebriamo il centenario dell’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale e il settantesimo anniversario della fine della seconda.