Un giovane uomo se ne stava in prima fila, accoccolato in una carrozzella, e scrutava ogni attimo della consacrazione con sguardo rapito. Forse, ripensava alle mille volte in cui quel sacerdote aveva imposto le mani sul suo capo, quasi a voler benedire in lui ogni spasmo di dolore.
Una donna dagli occhi cobalto, con la danza arcana delle sue mani, traduceva ogni parola o canto nella lingua dei segni, senza mai mostrare un’espressione d’affaticamento o tedio.
Giorno dopo giorno, ha imparato in prima persona che la gioia è un dono per tutti. Non può certo essere trattenuta nelle orecchie di pochi.
Una suora, avvolta nella sua veste scura, sembrava rannicchiata nei mille segreti del suo cuore, più che definitivamente conquistata dalla celebrazione eucaristica. Meditava, probabilmente, sulla bellezza di un’esistenza offerta agli altri senza riserve, com’è sempre stata la propria e quella del suo “fratello”.
Poi, quando il nuovo Vescovo di Cassano allo Ionio è sceso in mezzo alla sua gente, Piazza 26 Maggio 1734 è diventata una piccola San Pietro.
Mani che s’intrecciavano e applaudivano.
Ondeggiamento di fazzoletti bianchi.
Sguardi complici tra il pastore e il suo gregge.
Di quegli sguardi che ci si scambia solo se si ha davvero condiviso sogni e speranze, per una vita intera.
È stata questa –almeno per chi vi scrive- la parte più toccante della consacrazione episcopale di don Ciccio Savino, che si è svolta ieri pomeriggio nello spiazzo antistante l’austera Basilica dei Santi Medici.
Questa folla incontenibile di uomini e donne, che si poteva contemplare solo dando per un attimo le spalle al divino e che irradiava tutte le sfaccettature più belle dell’animo umano: l’emozione, la soddisfazione, lo stupore e la meraviglia.
Davvero un fiume di gente, che s’era radunata lì per condividere la gioia di quel piccolo grande uomo.
Un sacerdote talvolta amato e talvolta contestato, ma sicuramente di quelli che si ricordano fino alla fine dei giorni.
D’improvviso, oltre il campanile della Basilica, il cielo ha cominciato via via a rischiararsi con il passare delle ore, anche se nel primo pomeriggio era stato a tratti minaccioso.
Qualcuno, lassù, si stava compiacendo del suo straordinario operato…