Una vergogna senza fine. Quando viene violato anche il recinto sacro di una città, ci troviamo dinanzi al punto di non ritorno della (in)civiltà. È accaduto ieri mattina, nel cimitero di Bitonto ed è la massima espressione della barbarie, vessare persino i cari estinti. Due lapidi, nella zona centrale del campo santo sono state oltraggiate con lo spray nero.
Volti, nomi, date, parole commosse: tutto cancellato dal buio spruzzato da mani anonime. La signora Sabrina Ragno, figlia e zia delle persone custodite da quelle tombe, è amareggiata non meno che rattristata: “Certo, andrò a fare denuncia contro ignoti, ma davvero non so chi possa essere stato. Forse qualcuno che non ha il coraggio di parlare a quattr’occhi, chi lo sa. Sono venuti solo i vigili urbani e solo perché siamo rimasti qui oltre l’orario di chiusura. E, poi, va bene subire il furto di lampade e fiori, ma una cosa del genere è proprio inammissibile“.
E, forse, un gesto così, ahinoi, è “puro” linguaggio mafioso…