Ennesima beffa per i lavoratori dell’ex Om Carrelli. Solo fino a qualche mese fa sembrava risolta la loro situazione, con il passaggio dello stabilimento agli statunitensi della Tua Industries e l’annuncio in pompa magna della L7, la prima mini auto elettricaa due posti interamente “made in Bari”, che sarebbe stata prodotta proprio dai lavoratori dello stabilimento tra Bari e Modugno. Auto presentata alla Fiera del Levante il 9 settembre scorso.
Nella produzione sarebbero dovuti essere coinvolti anche i 190 lavoratori dell’ex Om Carrelli che, ricordiamo, sono in cassa Integrazione da quando l’azienda giapponese Kion annunciò la chiusura dello stabilimento e la dismissione delle attività. Degli oltre 300 lavoratori iniziali, tra chi è andato in pensione, chi ha trovato altro impiego e chi ha approfittato del bonus di 40 mila euro messo a disposizione per andarsene altrove, oggi sono ancora in 190 ad attendere una ricollocazione e a vivere con la cassa integrazione. Tra questi anche bitontini. Molti hanno famiglia con bambini da mantenere, alcuni rassicurati e illusi dalle promesse di ricollocazione, hanno rinunciato ad altre proposte di lavoro a tempo indeterminato.
Ma nonostante le promesse, gli accordi, le rassicurazioni, l’ennesima doccia fredda non è tardata ad arrivare. La Tua Industries ha annunciato l’intenzione tirarsi indietro e che sarebbe dunque partita una procedura di liquidazione. Decisione che alcune voci avevano anticipato già in estate, ben prima della presentazione della L7 all’81^ Fiera del Levante.
«Secondo accordi presi con la Regione, al massimo entro il 1 dicembre, avremmo dovuto essere qui a lavorare sulla L7. Ma essendosi tirata indietro la Tua, siamo ora in un limbo» ci dicono, preoccupati i lavoratori in cassa integrazione, che da ieri presidiano i cancelli, mentre alla stampa mostrano il verbale della riunione con la Regione Puglia tenutosi il 3 agosto scorso, che riporta: «Tutti i dipendenti attualmente in CIGD (con scadenza il 22/12/2017) entreranno in azienda il 1 dicembre 2017 per svolgere attività di manutenzione e/o formazione e/o produzione».
«Mentre ci dicono di giorno in giorno che il giorno successivo le cose dovrebbero risolversi con l’ennesimo nuovo investitore (ne sono scesi in campo molti, salvo poi tirarsi indietro, ndr), il 23 dicembre si avvicina e, da quel giorno, il limite per la cassa integrazione scadrà. Ci ritroveremo così senza lavoro, reddito e dignità. Leo Caroli (già assessore regionale, attuale Presidente della Task Force regionale sul Lavoro e le crisi aziendali, ndr) ci ha assicurato sulla prosecuzione della cassa integrazione, ma noi chiediamo anche dignità, perché non è bello vivere alle spalle dello stato. Non riusciamo a guardare in faccia le nostre mogli, i nostri figli».
«Nel frattempo dallo stabilimento stanno portando tutto via, macchinari, attrezzature di valore. Ecco perché siamo qui. Per evitare che altro sia portato via e per avere chiarezza sul nostro futuro» aggiungono i lavoratori, che si dicono sorpresi perché la presentazione dell’auto sembrava aver avuto successo: «Avevamo le omologazioni e le autorizzazioni necessarie per produrre la L7. Avevamo avuto molte commesse da Dubai, dal Nord Europa e qualcosa dall’Italia settentrionale».
«Anche i sindacati sono stati presi in giro come noi» concludono, annunciando che lunedì alle 10 i lavoratori, sempre davanti ai cancelli, si incontreranno con Fiom, Fim e Uil.