Il motivo è chiarito in incipit: grave inadempimento del concessionario. E, quindi, risoluzione anticipata del contratto.
Pugno durissimo di Palazzo Gentile nei confronti della ditta di Giuseppe Cuoccio, che da 34 anni aveva in carico l’affidamento della illuminazione votiva nel cimitero comunale, e poi anche delle frazioni. Con una apposita delibera di giunta di un paio di settimane fa, infatti, l’amministrazione comunale ha deciso di sollevare l’azienda dall’incarico – che sarebbe scaduto nel 2019 – chiudendo il contratto con un anno di anticipo.
Una storia durata 34 anni. Con luci e ombre. Ma quali sarebbero le gravi inadempienze compiute dalla ditta Cuoccio? Non aver adempiuto a rispettare l’articolo 8 del contratto ad hoc stipulato con il Comune nel lontano 1984, e quindi “la somma di £300 all’anno per ogni lampada perenne funzionante e la somma di £ 3.000 per ogni contratto stipulato per un totale di £ 39.000.000”.
In realtà, la questione è più complessa, perché, spulciando la determina, si legge anche che Cuoccio “non ha consegnato le documentazioni richieste a più riprese dal Servizio dei Lavori pubblici, ritenute indispensabili per la quantificazione del corrispettivo dovuto al Comune in applicazione dell’art. 8 del capitolato allegato al contratto di concessione; ha confermato la richiesta di risarcimento per erogazione di energia elettrica ad utenze cimiteriali sempre denegata dal Comune di Bitonto; ha versato la somma di – € 24.529,79 con bonifico del 15/9/2015 trasmesso con nota del 16/9/2015 e € 19.195,28 con bonifico del 14/7/2017 a fronte di quanto richiesto dal Servizio, pari a € 102.977,73”.
In definitiva, quindi, nelle casse comunali sarebbe arrivato meno denaro di quello che doveva.
Tutto nasce nel 1984, allorché corso Vittorio Emanuele affida alla ditta di Cuoccio Giuseppe “la costruzione, l’esercizio e la manutenzione dell’impianto di distribuzione di energia elettrica per l’illuminazione votiva del cimitero del capoluogo per la durata di anni 20”. Fino al 2004, insomma.
Nel 1999, però, già si decide di prolungare tale rapporto per altri 15 anni alle stesse condizioni di quello precedent ma con degli aggiornamenti sulla base delle variazioni dell’indice Istat, e nel 2000 succedono due cose nuove: da un lato al contratto già in essere si aggiunge la “costruzione, esercizio e manutenzione impianto di distribuzione energia elettrica per l’illuminazione votiva nella zona nuova di ampliamento del cimitero del capoluogo”, e dall’altro arriva una missiva del Comune con la quale gli si chiede di rispettare a pieno il contratto del 1984, ma questo non accade. Anzi, è la stessa azienda che pretende quattrini per la presenza di alcune “erogazioni di energia elettriche a utenze comunali non ricomprese (a suo dire) tra quelle previste nel contratto”, ma tali pretese sono rigettate al mittente.
Ne nasce, allora, una lunghissima querelle giudiziaria, piena zeppa di ricorsi e controricorsi – ma anche una richiesta di proroga del servizio dal parte del concessionario, nel 2009, per altri 20 anni, – che si conclude un paio di settimane fa con l’interruzione del rapporto contrattuale. Che diventerà effettiva dalla fine del mese.
Le battaglie di Intini e Maiorano. Nella scorsa legislatura, la questione lampade votive, soprattutto quella economica e sugli introiti comunali, si è concentrato più volte dapprima il consigliere Paolo Intini, con una serie di interrogazioni senza risposta (leggi qui articoli del 2013 http://bit.ly/2DkBcKQ e http://bit.ly/2ImcUnx) e Giuseppe Maiorano poi.
E adesso che succede? Da Palazzo Gentile già sono state improntate le prime mosse per andare oltre la questione. Tutto sarà in mano, almeno per il momento, al Servizio Demografico che, da un lato, dovrà “procedere con immediatezza alla gestione diretta del servizio di alimentazione delle lampade votive mediante voltura dei contratti di fornitura ENEL attualmente intestati alla ditta Cuoccio Giuseppe richiedendo ai cittadini il costo dell’energia elettrica a consuntivo dei relativi consumi”, dall’altro “avviare la procedura per l’affidamento del nuovo servizio di alimentazione delle lampade votive, previa valutazione in ordine alla opzione di gestione diretta da parte della struttura comunale”.