Quello
dei furti negli appartamenti è una delle attività preferite della
criminalità, soprattutto nella stagione estiva, quando i soliti
ignoti approfittano anche delle case spesso vuote causa partenza per
le vacanze.
L’ultimo
episodio si è consumato ieri mattina, in via Modugno, alla periferia
della città. Si tratta, però, di un caso “diverso”, che sarebbe
sbagliato non definire subdolo. La vittima è un povero anziano
86enne, che ha avuto solo la colpa di allontanarsi da casa soltanto
per un’oretta.
I
fatti, allora.
Sono
da poco passate le 7,20 quando Gaetano (il nome, ovviamente, è di
fantasia), una vita passata a spaccarsi la schiena in campagna,
decide di recarsi dal medico per un piccolo consulto.
Torna
a casa dopo 60 minuti, alle 8,20, e gli crolla il mondo addosso.
Capisce subito che qualcuno gli ha fatto visita. Gli ha violato
l’intimità.
Sì,
perché il nostro domicilio è il
luogo dove ognuno di noi si sente più al sicuro.
Il luogo
dove trascorriamo i momenti più intimi della nostra vita, dove
conserviamo ricordi a noi tanto cari, rappresentati da oggetti che,
dietro di sé, hanno una storia. Per questo motivo, quando qualcuno
si introduce in casa per derubarci i nostri averi, la ferita che si
crea è molto profonda. Quegli oggetti a cui tanto tieni spariscono
con le proprie storie. Soldi della pensione guadagnati faticosamente
e con tanto sudore svaniscono, per finire nelle mani di ignobili
parassiti. Un senso di impotenza ci invade, sapendo che sarà
estremamente difficile rivedere il maltolto.
Gaetano,
allora, vede uno scenario che gli mette i brividi. Porta forzata,
quadri rotti a terra, cassetti sottosopra e svuotati sul pavimento,
disordine e caos praticamente ovunque.
Ma
più che il danno economico, è quello morale che ti paralizza. Ti
imprigiona, perché non si può quantificare e, soprattutto,
dimenticare.
Il
povero anziano, allora, con la voce interrotta dalle lacrime, chiama
il Commissariato di Pubblica di Sicurezza di Bitonto per denunciare
l’accaduto.
Tempo
qualche minuto, e gli agenti sono lì, nella casa violata.
E
certificano un altro dettaglio che fa male: i visitatori, i topi d’appartamento, molto
probabilmente, conoscevano la vittima, i suoi movimenti, e stavano
aspettando il momento opportuno per colpirlo.
Le
domande si susseguono, allora: chi voleva tanto male a un anziano
86enne?
A
chi può aver dato fastidio? E, soprattutto, come si fa ad avere il
coraggio di violentare nell’animo persone così fragili e indifese?
Questioni
che non avranno risposta.
Ah,
quasi dimenticavamo: nessuno, ovviamente, nonostante l’orario, ha
visto e sentito nulla. Ma questa è un’altra storia…