Un giorno di festa.
Nonostante le polemiche, lo spostamento della fiera e l’annullamento della tradizionale processione, la terza domenica d’ottobre è stata come sempre sentita dai bitontini e non, che hanno inondato le strade cittadine dalle prime luci dell’alba.
I cambiamenti infatti non hanno minato la fede e la devozione nei confronti dei Santi Medici, esempio di amore verso il prossimo.
Così infatti li ha ricordati Mons. Giuseppe Satriano nella celebrazione solenne delle 19.
“Spesso la nostra preghiera è volta a Dio per possedere la vita e non per donare – ha commentato nella sua omelia l’arcivescovo di Bari-Bitonto -, Ma Gesù non ci rimprovera, ci educa. Non ci caccia via quando abbiamo capito la vita, ma continua ad educarci con pazienza. Possedere la vita non è controllarla, ma donarla in un servizio verso gli altri. Altro che piedistallo, ma piegarsi, servi dei vostri fratelli”.
Cosma e Damiano “hanno percepito con chiarezza che seguire il maestro era farsi carico di una sofferenza. La loro capacità di essere chiamati medici della gente, le sofferenze, era accompagnarli. Il loro servizio di gratuità era cura, medicina. Questo lo abbiamo imparato tutti: quante volte ci siamo sentiti dire grazie per una carezza, per una vicinanza, ci è stato consegnato per una vita che sia di dono per gli altri, fino a salire sulla croce”.
“Nella vita non è importante solo amare, ma lasciarsi amare – ha continuato Mons. Satriano -. Diciamo di credere in Dio, ma spesso le nostre scelte non sono frutto di un amore gratuito, sono animate da interessi, giudizi, pregiudizi, la preghiera che vogliamo è guarirci da egoismo, narcisismo. Se non siamo guariti nel cuore, non possiamo vivere liberi. Dobbiamo ricostituire la trama del noi che abbiamo perso. Sosteniamoci gli uni gli altri attraverso una preghiera cristiana, per far sì che Dio ci dia la forza di costruire un futuro migliore”.