Dall’Avv. Giuseppe Cazzolla, presidente di Fare Verde Bitonto riceviamo e pubblichiamo:
È oramai chiaro a tutti che, da diversi anni, nella nostra Città siamo in guerra. Stiamo combattendo contro un mostro che vuole mettere le radici nel nostro territorio ma che ha cento teste sparse ovunque.
Si sa, in guerra si affrontano molte battaglie, alcune si vincono altre si perdono, si sa, in guerra vanno scendono gli uomini che con il passare degli anni possono variare, ma, alla fine, la guerra la vincono o la perdono tutti.
Ora siamo di fronte a un fatto nuovo: quello che temevamo è accaduto. La società privata che ha chiesto l’autorizzazione per poter realizzare “ un bacino di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi” ha ottenuto dalla Città metropolitana di Bari ( servizio di tutela e valorizzazione dell’ambiente -mai denominazione fu più inappropriata-) il rilascio dell’AIA ( autorizzazione integrata ambientale) per un volume netto di rifiuti abbancabili nell’intero bacino pari a circa 2.100.000 m3 e per un quantitativo di annuo di 180.000 t/annue.
Non so a voi, ma a noi questi numeri spaventano.
Ma non sono solo i numeri che dovrebbero spaventarci e a convincerci che urge una mobilitazione generale contro l’insediamento di una nuova discarica nel territorio di Bitonto. Negli ultimi anni abbiamo snocciolato una serie di argomentazioni che mai sono apparse pretestuose o frutto di teorie allarmistiche ed esagerate.
Salute ed ecosistema sono concetti talmente importanti che finalmente sono entrati nella nostra Costituzione nel nuovo testo dell’art. 41 che sancisce che l’iniziativa economica deve tutelare non più solo la sicurezza, la libertà e la dignità umana ma anche la salute e l’ambiente.
In tutti questi anni vi abbiamo parlato oltre che di salute e tutela del paesaggio, anche di riduzione dei rifiuti, di identità agricola, di olio dop, di viabilità, di violazione di normative urbanistiche a cui oggi sommiamo un ulteriore elemento che riteniamo si rivelerà vincente. In realtà, a noi appare strano che alla Città Metropolitana lo ignorino, adducendo semplici motivazioni burocratiche, finendo per trascurare il bene supremo della vita delle persone. Ebbene, finalmente anche il Sindaco della Città Metropolitana di Bari si è accorto che esiste un parere dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appenino Meridionale che avvisa gli uffici della ex Provincia che quel sito ( cava ) è stato individuato nel Piano di Gestione del Rischio Alluvioni quale vasca di laminazione delle piene della adiacente Lama Balice, al punto di chiedere ai propri uffici se ci siano i presupposti per il ritiro in autotutela della determinazione dirigenziale che ha rilasciato l’AIA.
Noi ci auguriamo fortemente che l’invocato provvedimento venga senza indugio adottato. Non dimentichiamo che la Natura, spesso, si fa beffa delle decisioni degli uomini ed in un attimo può decidere di cambiare lo stato dei luoghi. I fatti del 2005 a Bari ( cava di Maso) e quelli degli ultimi giorni in Via Solferino sono una evidente testimonianza.
La strada giudiziale è stata già intrapresa dai Comuni di Bitonto e Terlizzi e da alcune associazioni volenterose.
Le associazioni già da queste estate stanno mettendo in campo una serie di azioni di informazione e di sensibilizzazione.
Il Consiglio Comunale si è espresso in maniera unanime. Le forze politiche hanno deciso di scendere in campo.
L’appello, pertanto, che rivolgiamo a tutti i cittadini di Bitonto, Palombaio e Mariotto è di seguirci e di offrirci il loro contributo nelle prossime azioni che svolgeremo in sinergia tra le associazioni e l’Amministrazione Comunale di Bitonto.
La guerra continua.