Vietare che si possa attingere acqua dai pozzi attivi nel raggio di un chilometro dal corpo dell’ex discarica Ecoambiente. Sarebbe questa l’idea che il sindaco di Bitonto, Francesco Paolo Ricci, avrebbe formalizzato ieri all’ASL Bari, richiedendo di far pervenire pareri entro sette giorni.
Un’ordinanza a carattere precauzionale quella che il primo cittadino, massima autorità sanitaria locale, vorrebbe emanare a stretto giro, in attesa degli ulteriori approfondimenti già previsti da mesi e da effettuarsi.
Ad ottobre scorso, nel corso dei lavori del tavolo tecnico regionale, infatti, il Dipartimento di Prevenzione della stessa ASL aveva raccomandato l’avvio di un piano di monitoraggio dei pozzi di acqua ad uso agricolo e potabile, presenti in prossimità dell’ex impianto e a valle idrogeologica, “per individuare l’eventuale plume di contaminazione”.
Intervento necessario alla luce dell’inquinamento della falda, accertato dai risultati della caratterizzazione eseguita nel 2023, nonostante i tentativi della società proprietaria dell’ex sito in via Torre d’Agera di ostacolare le operazioni.
Le indagini evidenziarono “superamenti alle concentrazioni soglia di contaminazione di alluminio, antimonio, arsenico, cobalto, cromo-totale, ferro, manganese, nichel e cloruro di vinile monomero, oltre che valori anomali di azoto-totale, COD, boro e potassio”. Un danno ambientale che, secondo l’Arpa, sarebbe stato determinato dalla migrazione del percolato, ovvero il liquido prodotto dai rifiuti conferiti, e a cui, per la Città Metropolitana di Bari, avrebbe dovuto porre rimedio la stessa Ecoambiente.
A seguito della conferenza di servizi del 5 novembre, via Spalato aveva infatti lanciato un ultimatum a titolari, curatori, liquidatori e vecchi gestori della società, affinché si facessero carico, entro sette giorni, di tutte le operazioni di messa in sicurezza e bonifica necessarie. Ordinanza di cui presto, dopo la rinuncia alla sospensiva di martedì scorso, si discuterà nel merito al Tar. La curatela fallimentare, ritenendosi estranea alla responsabilità, ha infatti richiesto l’annullamento sia della conferenza di servizi che della successiva ordinanza. Ricorso di cui Palazzo Gentile ha preso atto, decidendo di resistere in giudizio.
Intanto, dopo il silenzio di Ecoambiente, alla “immediata estrazione e gestione del percolato” e all’eventuale predisposizione di “un barrieramento idraulico” dovrà provvedere il Comune di Bitonto. Operazioni complesse che potrebbero iniziare ad essere realizzate già nei prossimi mesi, grazie alle risorse ottenute dalla Regione Puglia.
A inizio anno, via Gentile ha infatti stanziato 400mila euro per i primissimi lavori di messa in sicurezza d’urgenza dell’ex discarica. La progettazione degli stessi sarà curata dall’Ambiente S.p.A. di Carrara, la cui offerta, del valore di 30mila euro, è stata selezionata dalla piattaforma telematica Empulia.
Alla società toscana, che già si era occupata della redazione del piano di caratterizzazione dello stesso sito, è stata affidata infatti l’elaborazione progettuale delle attività di estrazione del percolato e successiva eventuale fattibilità del barrieramento idraulico, nonché il servizio tecnico di direzione dei lavori e di direzione della sicurezza.
Obiettivo ora affidare quanto prima la realizzazione dei lavori.