Una donna, elegante nel suo tailleur color smeraldo, attraversa la città con lieta trepidazione appoggiata al suo deambulatore, chissà dove andrà. Supera il ponte antico che conduce all’istituto “Maria Cristina di Savoia“, sale decisa verso lo storico giardino e si ferma sullo spiazzo, dove presto si terrà un concerto, si siede e finalmente sorride. E la fatica ormai non è neppure un brutto ricordo.
Ma può – in una città ammorbata da odi feroci e invidie inutili, dove il saluto si trasforma in grugnito per un nonnulla e i rancori si serbano rigorosamente vita natural durante – un concerto di musica rock&blues nomato “Festival della Solidarietà“, conquistare il cuore prim’ancora che abbia inizio?
Ebbene sì, se ad esibirsi è la Mandria Blues Band: musicisti eccelsi quali Francesco Picciariello, Raffaele Schettini, Mimmo Mastrandrea, Arcangelo Rossiello e Carlo “Chad”, e vocalist sublimi come Valentina Valentini, Angela Pastoressa e Mariagrazia Schettini, che cantando entrano nell’anima di chi ascolta – con la special guest Nino Schettini, voce che fa tremare d’emozione pure le stelle, repertorio da paura. Magnanimi in oceanica guisa, hanno deciso di donare uno spettacolo grandioso alla cooperativa Zip.h, guidata con saggezza dalla instancabile Daniela Altomare, che da decenni è il focolare prediletto di ragazze e ragazzi speciali.
Ed è tutto una meraviglia che incanta, perché coglie l’essenza del valore dell’esistere. Lo sa bene l’assessora Silvia Altamura, che, infatti, dopo il saluto del sindaco Francesco Paolo Ricci, nota con la consueta acutezza: “È una serata stupenda, perchè qui, stasera, non ci sono barriere, vedo solo una grandissima famiglia unita da un grande sentimento che è la fiducia. È una bellissima festa, espressione di generosità e solidarietà, per una comunità che sappia accogliere tutti”.
Mirko Lacassia, giovane presidente della Fidas Bitonto, si sintonizza subito col clima di “festa, amicizia e allegria” e invita tutti gli astanti a donare il sangue, esortando soprattutto i giovani a “dare il loro importante contributo a questa causa nobilissima”.
Subito dopo, riprendono a suonare e ad intonare pezzi memorabili.
E così, una bimba dondola felice la testa qui e là e agita le manine nell’aria fresca di fine settembre. Un bambino, cappello jankee con visiera all’indietro e la camicia larga larga che pure non doma la gioia incontenibile, danza dinanzi alle sedie della prima fila senza pensare a niente, in libertà. Frattanto, ai piedi del palco, si scatena un corpo di ballo di una simpatia straordinaria ed è tutto un turbinio di abbracci e baci. Il ragazzo, da sempre seduto sulla carrozzella, col capo un po’ recline, sospinto dal ritmo avvincente della musica, solleva il piede con una forza inimmaginabile. Una mamma scolpisce di carezze il faccino della figlioletta e si smemora degli affanni di tutti i giorni. Un papà gioca col piccolo che si lancia in passi sghembi che pure avranno una melodia dentro che nessuno sa.
Pian piano, trascinati dall’energia degli artisti, tutti agitano le braccia che sembrano salutare il cielo, dolcemente illuminato da una pensosa luna…