Alla maniera dei drammi antichi, la commedia dal titolo “E propt a maj” – sbuffante esclamazione dialettale – ha donato al pubblico un paio d’ore di sano buonumore, ma pure preziosi spunti di riflessione. E la morale posta a sigillo della piéce, portata in scena dalla compagnia “Gli amici per la crepapelle” presso l’auditorium “De Gennaro”, presentati dalla piccola e già sicura Michela Decaro, è quanto mai attuale: “Credersi perfetto è proprio il peggior difetto”. Dunque. Sulla casa di un malmostoso e pur mordace bitontino (Emanuele Giampalmo, pure arguto regista), legato alla terra e alle tradizioni, si sta per abbattere una catastrofe: la bella figlia, romantica e sognante (Ilenia Lovero) si è innamorata di un giovane quasi perfetto (Fabrizio Decaro), ha una balbuzie piuttosto accentuata. La mamma di lei (Angela Siragusa) saggia e tagliente, prova ad attenuare le conseguenze di un impatto sì tanto pesante sul consorte, ma i “difetti” dei familiari del giovane rischiano di far saltare tutto: i consuoceri (Remo Monte e Lella Ciminiello) sono rispettivamente gibboso e claudicante, ma acuti e pensosi, il nonno (Vito Sgaramella) non vedente da un occhio e, per giunta, strepitante e simpatico. In un turbinio di battute irresistibili in vernacolo nostro ed equivoci stupefacenti, con la presenza da gesti apotropaici del vicino menagramo (Giovanni Garofalo, di nero vestito: strepitoso) il padrone di casa capisce che non esistono persone “esatte” e non ha senso discriminare gli altri per la loro diversità, celebrando così l’amore fra i due ragazzi. E così, tra un sorriso e l’altro, gli astanti che affollvaano la platea hanno schiuso gli occhi sul mondo che li circonda, con un punto di vista nuovo e più giusto, però: e il teatro entra nella vita, vestendosi della stessa vita.