Come abbiamo già evidenziato nella prima parte di
questa analisi, se già non ci curiamo del centro urbano, dove camminiamo
quotidianamente, come possiamo curarci delle periferie e delle campagne?
Ed infatti non sono solo le campagne ad essere
deturpate dall’inciviltà di alcuni cittadini.
Basta recarsi presso il rondò di
via Vincenzo Pannone, ai piedi dell’antenna di recente costruzione, o presso Largo Caldarola, tra via Magenta e via De
Ilderis. O si può fare un giro in via Solferino, dove ci sono i “giocatori
di basket”, che dalla salita che porta nel centro storico, lanciano, in
ogni ora del giorno, le loro buste ripiene di rifiuti nel cassonetto
sottostante, a cui è stato appositamente sottratto il coperchio. Purtroppo
spesso e volentieri non centrano il “canestro”, lasciando montagne di
immondizia sul marciapiede (altri, più furbi, per evitare di fallire nel
lancio, indirizzano la spazzatura direttamente nella Lama sottostante).
Spesso rifiuti ingombranti vengono
abbandonati in prossimità dei cassonetti anche in pieno centro. Il tutto
nonostante il servizio offerto dall’Asv per il ritiro dei suddetti. O, ancora,
basta andare nella centralissima piazza Marconi in tarda sera, per vederla
spesso piena di rifiuti abbandonati, alcuni anche sul monumento ai caduti (http://www.dabitonto.com/cronaca/r/il-monumento-ai-caduti-trasformato-in-una-discarica-ordinarie-scene-di-incivilta-bitontina/6808.htm ).
Occorre, ribadiamo, maggiore sensibilità da parte dei
cittadini. Fare una foto e dire “Che schifo!” è facile. Siamo
tutti bravi a farlo, soprattutto con gli odierni mezzi di comunicazione. Ma
pubblicare una foto con un messaggio di sdegno su Facebook non basta ad esimerci
da responsabilità.
Dobbiamo chiederci cosa possiamo fare per contribuire
realmente a migliorare il nostro ambiente. A cominciare dalla raccolta
differenziata, verso cui, nonostante i miglioramenti in termini di percentuale
annunciati dall’Asv, bisogna percorrere ancora molta strada.
«Quando si dice differenziata non è per moda. Le tasse che paghiamo sono
il risultato delle nostre azioni quotidiane» ammonisce il
consigliere Francesco Mundo, secondo cui, in passato si è giocato molto su un «trattamento dei
rifiuti allegro, che vede la discarica come un buco che più si riempie più
guadagni e non considera il rifiuto come materia da riutilizzare. Fino a quando
lo Stato ha partecipato ai costi di smaltimento. Solo quando si è stabilito che
i comuni devono pagare, in base ai rifiuti che smaltiscono, ci siamo accorti
che tutto ciò non funziona. Siamo molto indietro rispetto ad altri Paesi».
Più collaborazione è
invocata anche da Vincenzo Castellano, amministratore dell’Asv, che sostiene
che non siano solo i bitontini ad abbandonare oggetti nelle campagne della
nostra città: «I bidoni ci sono e sono tutti censiti. L’Asv
fa il suo lavoro, ma non si va da nessuna parte senza l’aiuto dei cittadini che
devono essere diligenti e rispettare gli orari di conferimento, devono lasciare
la busta per il servizio porta a porta nel giusto orario e devono conferire
ogni cosa nel giusto posto».
Già, perchè è facile
accusare sindaco, assessore, giunta, comune, azianda preposta all’igiene
urbana, per il degrado in cui versano alcune parti della città. Più difficile è
invece fare autocritica e ammettere che il primo colpevole è il cittadino
stesso, che non comprende che spesso comportamenti assunti per comodità
personale non coincidono con il bene comune.
«Io mi preoccupo di spegnere la cicca, toccarla per assicurarmi che sia
spenta davvero e buttarla nel cestino. Ma mi rendo conto che non tutti fanno
così, perchè è più facile buttarla per terra semplicemente» accusa Castellano, che annunciando gli sforzi
dell’azienda, a partire dall’acquisto di cestini portarifiuti e spegnicicca o dai corsi per
acquisire le competenze per lo smaltimento dell’eternit. Intenzione
dell’azienda, secondo Castellano, sarebbe anche quella di togliere i cassonetti
della spazzatura dalle strade: «Ma non possiamo essere così dirompenti. Ora
c’è allo studio l’allargamento del porta a porta in piazza Caduti del
Terrorismo (altro luogo dove, in prossimità dei cassonetti all’incrocio di
via Magenta, si accumula ogni genere di rifiuto, causando cattivi odori, ndr).
In questo modo si toglierebbero i bidoni. Ma non è facile. Chi non vuole
fare il porta a porta, fa dieci metri in più e getta nel bidone (o mal che
vada c’è sempre la lama, ndr)».
«Ci vorrebbero più sistemi di sorveglianza con
telecamere ad hoc – conclude –. Noi siamo i padroni della nostra città,
la viviamo, è casa nostra, quindi dovremmo comportarci come faremmo tra le mura
domestiche».