Attendere l’esito del Procedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR) richiesto e fatto avviare dalla Fer.live in Regione? No, grazie.
Il Tribunale Amministrativo Regionale stabilirà nei prossimi giorni se l’Autorizzazione Integrata Ambientale, rilasciata dalla Città Metropolitana di Bari per la realizzazione della discarica di rifiuti speciali non pericolosi in territorio di Bitonto, sia da sospendere o no.
Nell’udienza di ieri mattina, i giudici amministrativi avrebbero trattenuto la causa in decisione, non accogliendo l’istanza presentata due giorni fa dalla società barese.
Alla vigilia dell’appuntamento al TAR, Fer.live, premettendo di non aver ancora concluso le attività di monitoraggio della falda prescritte dall’Arpa e promettendo di non avviare i lavori di realizzazione, avrebbe fatto appello ai giudici, chiedendo di non pronunciarsi, ma di aspettare il provvedimento conclusivo della PAUR.
Nei mesi scorsi, la società ha infatti richiesto agli uffici di via Gentile di avviare il procedimento, con cui intenderebbe introdurre nel progetto, già osteggiato, nuove tipologie di rifiuti da smaltire.
Oltre ai fanghi prodotti dal trattamento di acque reflue urbane, anche extraregionali, Fer.live vorrebbe conferire nella cava dismessa di via Colaianni, a meno di tre chilometri dalla frazione bitontina di Palombaio e dal borgo di Sovereto, anche fluff, rifiuti non compostabili, i resti delle operazioni di frantumazione di rifiuti contenenti metallo e i prodotti dal trattamento meccanico del materiale di scarto.
Un’eventualità non gradita da Palazzo Gentile che, dopo aver presentato le proprie osservazioni in Regione, ieri è tornato a mostrare la propria contrarietà.
Il Comune di Bitonto, assistito dal proprio legale esterno, il prof. Vincenzo Caputi Jambrenghi, ha infatti osteggiato la soluzione avanzata da Fer.live, ribadendo la necessità di valutare subito il complesso di censure tecniche e giuridiche gravanti sul procedimento amministrativo che ha portato i tecnici dell’ex Provincia a concedere l’AIA.
Via Spalato, infatti, non avrebbe tenuto conto che la VIA è scaduta e riferita ad altro progetto e avrebbe anche ignorato i pareri contrari manifestati durante la conferenza di servizi del giugno 2022, compreso quello dell’Autorità di Bacino, che ha sottolineato i rischi idrogeologici connessi alla realizzazione della discarica in una cava individuata, già nel 2015, come vasca di laminazione in caso di alluvioni.
Presunte irregolarità denunciate nell’aula del TAR anche dai legali del comune di Terlizzi e delle associazioni ambientaliste del territorio Ambiente è Vita, Fare Verde e Italia Nostra, intervenuti in adiuvandum della città dell’olio.
Nessun appunto invece dall’avvocato della Città Metropolitana, i cui uffici non avrebbero proceduto alla revoca in autotutela del provvedimento, nonostante gli appelli del sindaco Antonio Decaro e quelli indirizzati da Comune e associazioni bitontine direttamente al neo dirigente all’Ambiente Giampiero Di Lella, ingegnere prima in servizio a Palazzo Gentile.
La sentenza del TAR è attesa nelle prossime settimane.