Il Comune di Bitonto continua la sua battaglia contro la realizzazione di una discarica di rifiuti speciali, non pericolosi, in località Colajanni.
Dopo la conferenza di servizi dello scorso 22 giugno, Palazzo Gentile ha deciso di inviare un sos anche alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il 30 giugno il sindaco Francesco Paolo Ricci e l’avvocato Franco Mercutello del Servizio Legale e Contenzioso hanno infatti firmato e inviato una richiesta di opposizione alla conclusione della conferenza di servizi di otto giorni prima.
La risposta sarebbe arrivata però già dodici giorni dopo. Palazzo Chigi ha infatti deciso di non intervenire, per una mera questione formale. Nella lettera, si evidenzierebbe infatti l’impossibilità di ritenere definitiva la conclusione della Conferenza di Servizi. Circostanza già denunciata nell’opposizione del Comune, che ora con un’istanza in autotutela chiede di revisionare il provvedimento e di annullare la determinazione della Città Metropolitana che sarebbe frutto di “violazione di legge ed eccesso di potere”.
Tante sarebbero infatti le anomalie denunciate nell’opposizione, scritta dal servizio legale insieme all’ingegner Giampiero di Lella, responsabile del Servizio territorio, e dall’ambientalista Domenico Masciale di Italia Nostra.
Per il bitontino, già tra gli uditori nella nefasta conferenza di servizi, sarebbe stato un “errore” non rispettare la “prevalenza” della posizione del Comune di Bitonto, che ha presentato un dissenso per violazioni di natura urbanistica. Nessun peso, e senza nessuna giustificazione, sarebbe stato dato anche al parere dell’Autorità di Bacino che denunciava la “non coerenza con il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni” e, peggio ancora, il rischio che la discarica possa comportare un inquinamento delle falde acquifere.
“La conferenza di servizi – continua Masciale – è da ritenersi monca, perché né la Regione Puglia né la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio sono state invitate, finendo per convogliare sul Comune di Bitonto tutta la difesa degli interessi paesaggistici, urbanistici e territoriali”.
Un’altra buona ragione dunque per ritenere la determinazione conclusiva illegittima.
L’autorizzazione alla realizzazione della discarica, contraria anche al PPTR approvato nel 2015 e non conforme secondo il vigente PRGC, non potrebbe poi essere accordata anche per difetti nella Valutazione di Impatto Ambientale, non più efficace.
La V.I.A. Infatti avrebbe perso efficacia, se non dal momento della sua scadenza, ossia 30/12/2016, almeno dal deposito della sentenza del Consiglio di Stato, che nel 2018 dichiarò legittimo il diniego dell’A.I.A., richiesta dalla società Fer.live sulla prima proposta progettuale.
Sono proprio le falle nella procedura della Città Metropolitana a far ben sperare la comunità bitontina.
Fiducioso proprio Domenico Masciale. “Dobbiamo subito interessare l’avvocatura – è il suo appello al Comune – per giocare in anticipo e prepararci al ricorso al TAR ed eventualmente al Consiglio di Stato, che già in passato ci ha dato ragione”.
Se il CdM dovesse infatti rigettare l’istanza in autotutela, il Comune avrebbe 60 giorni per rivolgersi al Tribunale amministrativo.
“Dobbiamo assolutamente impedire la realizzazione della discarica. Insieme all’inceneritore Newo, su cui ci batteremo ancora – ha promesso il membro di Italia Nostra -, sarebbe un colpo mortale per il nostro territorio”.