Si è ripreso a parlare di defibrillatore a Mariotto.
Si tratta di un apparecchio dotato di sensori per riconoscere l’arresto cardiaco dovuto a varie cause come aritmia, tachicardia o fibrillazione ventricolari. L’occasione per fare il punto della situazione, è scaturita dalle valutazioni fatte dai promotori di una petizione per l’assegnazione di un defibrillatore semi-automatico alla frazione, all’indomani dell’esito negativo riferito degli assessori Nacci e Scauro, circa la possibilità che a Mariotto fosse donata tale apparecchiatura.
Dopo la chiusura della petizione popolare, con circa settecento firme raccolte presso i cittadini e poi indirizzate, nello scorso Dicembre, sia al sindaco Abbaticchio che al direttore del Distretto socio-sanitario di Bitonto,Domenica Misceo, si sono attesi per giorni gli sviluppi della situazione.
L’incontro tra i detti promotori, tra cui il consigliere Pd Gaetano De Palma e le due promotrici al tavolo della raccolta firme, l’infermiera Maria Cristina Sorgente e Anna Ungaro, presidente dell’associazione Mariotto Libera, è valso a chiarire lo stato dell’arte della vexata quaestio.
Gaetano De Palma ha riferito di “un progetto finanziato dalla Regione, finalizzato alla fornitura di cinque defibrillatori da assegnare alle sole società che svolgono attività sportiva e ai relativi impianti sportivi comunali. Questa situazione preclude quindi a Mariotto la possibilità di vedersi assegnato il defibrillatore, non essendoci nella frazione né un impianto, e neanche una società sportiva”.
Rimarrebbe praticabile, quindi, soltanto la strada della donazione da parte di privati, tenuto conto del fatto che, pur a seguito di una petizione, il Comune di Bitonto non potrebbe disporre, rendendolo liberamente disponibile, di un apparecchio defibrillatore rientrante in un progetto regionale.
Tra chi ha manifestato l’intenzione di donare privatamente l’apparecchio defibrillatore, vi è il Cav. Paolo Iuso, mariottano emigrato in Toscana, che, pur prontamente disponibile all’atto di donazione, non è ancora riuscito a realizzarlo a causa della mancata individuazione, a Mariotto, di uno spazio idoneo ad ospitare l’apparecchio e gli operatori per il suo corretto funzionamento.
Quello dei corsi di formazione è l’altro versante del problema-defibrillatore.
Anna Ungaro precisa che “la materiale disponibilità dell’apparecchio defibrillatore è condizione necessaria per l’organizzazione futura dei corsi che formano operatori volontari pronti ad utilizzare l’apparecchio”.
E anche Maria Cristina Sorgente pone l’accento sull’importanza dei corsi formativi, precisando però che: “Gli unici corsi che rilasciano il patentino di operatori specializzati sono a pagamento, mentre i corsi liberi tendono solo ad informare le persone che vi partecipano, senza alcun obbligo di queste di operare, quand’anche si trovassero in situazioni d’emergenza”.
Quanto all’opportunità di disporre con maggior prontezza e facilità dell’apparecchio, ad avviso di De Palma “la soluzione migliore sarebbe quella del defibrillatore esterno da allocare presso punto sorvegliato, come la farmacia, la posta o la banca che dispongono di aree video-sorvegliate; sarebbe inoltre auspicabile che tale defibrillatore esterno fosse finanziato da un privato, ad esempio il locale istituto di credito, che già in passato si è mostrato sensibile a questo genere d’iniziative”.
“Sarebbe infine opportuno”, conclude il consigliere De Palma, “che accanto al defibrillatore esterno si indichi l’elenco dei nomi e relativi numeri di telefono degli operatori mariottani abilitati a fornire tale servizio di assistenza, in modo da essere, all’occorrenza, prontamente reperibili dai cittadini”.
Si tratta, dunque, dell’ennesimo traguardo di civiltà da raggiungere a Mariotto, per il quale anche il sindaco Abbaticchio si è detto disponibile a collaborare sì da individuare tutte le soluzioni possibili al problema e i soggetti privati in grado di poterle attuare.