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Home » Covid-19. La denuncia di un bitontino: “Non basta vivere momenti di tensione, dobbiamo sopportare anche la caccia all’untore”

Covid-19. La denuncia di un bitontino: “Non basta vivere momenti di tensione, dobbiamo sopportare anche la caccia all’untore”

Un lettore del Da Bitonto ha condiviso con la redazione un pensiero che pubblichiamo con l’intento di rivolgere un abbraccio virtuale alla famiglia e di rispondere con un esempio di umanità all’ignoranza

Lucia Maggio by Lucia Maggio
24 Marzo 2020
in Cronaca
Covid-19. La denuncia di un bitontino: “Non basta vivere momenti di tensione, dobbiamo sopportare anche la caccia all’untore”
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Sebbene l’imperativo di evitare la caccia all’untore in merito alla pandemia del Coronavirus sia stato lanciato e ricordato dal Sindaco Michele Abbaticchio, continuano episodi incresciosi in città.

 

Un caro lettore ha condiviso con la redazione del Da Bitonto un pensiero che ha postato qualche giorno fa sul suo profilo Facebook.  Lo pubblichiamo con l’intento di rivolgere un abbraccio virtuale alla famiglia e di rispondere con un esempio di umanità all’ignoranza.

 

“Ho saputo questa mattina di qualcuno, purtroppo ancora non individuato e a me sconosciuto, che ha messo in giro foto rubate di mia madre su Facebook allertando i propri contatti di stare attenti e di un’altra persona (di quest’ultima so solo che è una donna) che tramite audio whatsapp ha parlato del primo contagiato riscontrato di Mariotto e cioè (ne riporto una breve sintesi più moderata) un certo Mariolino che prende sempre l’autobus e lavora alla ASL di Bitonto al CUP, non solo, pare che sua moglie sia stata messa in quarantena, poveretta.

 

Premesso che molti dei miei contatti, in particolare quelli di Mariotto, sanno già quello che è successo perché la mia famiglia CON GRANDE SENSO CIVICO E DI RESPONSABILITÀ ha prontamente informato chi di dovere oltre che le persone con cui hanno avuto contatti certi nei giorni precedenti e anche amici e parenti, mi sento in dovere di precisare alcuni dettagli perché chiarire tutto trasmette tranquillità e serenità agli altri (curiosi o preoccupati per sé stessi e per la salute della mia famiglia):

 

1) Nel momento in cui mio padre ha riscontrato i primi sintomi della febbre, il giorno 5 Marzo (ampiamente prima del decreto del 9), ha informato il medico di base della cosa e per sicurezza lui e mia madre che non aveva ancora alcun sintomo hanno deciso di rimanere chiusi in casa preventivamente vista la situazione;

 

2) Mio zio Mario, responsabilmente, non ha più avuto contatti con i miei genitori e si è messo in quarantena fiduciaria. Stessa cosa per mio nonno che è rimasto sempre in casa e in isolamento;

 

3) Dopo alcuni giorni isolati, mia madre ha riscontrato i primi sintomi e dopo alcuni peggioramenti è stata ricoverata; sono seguiti vari accertamenti tra cui il tampone orofaringeo che ha dato esito POSITIVO, quindi primo caso riscontrato della mia famiglia. Da lì, il ricovero ha proseguito per l’osservazione e le cure del caso e di conseguenza mia madre non è a “piede libero”da diverse settimane, motivo per cui non c’è un granché di cui stare attenti;

 

4) Visto il risultato del tampone su mia madre, le autorità si sono decise a fare i tamponi a mio padre e mio nonno escludendo mio zio, nonostante la richiesta. In ogni caso sono TUTTI in auto quarantena fiduciaria;

 

5) Mio zio “Mariolino”, quindi, non è stato riscontrato positivo e non ha moglie (a conferma della palese ignoranza sulla vicenda di chi ha parlato) e soprattutto non ha mai mostrato nessun sintomo!!

 

Questo è quello che è successo e non c’è alcun motivo di allarmarsi. È PERÒ NECESSARIO CHE SIA LE PERSONE CHE HANNO AVUTO CONTATTI CON LA MIA FAMIGLIA SIA LE PERSONE DI MARIOTTO E DINTORNI, PER LA FACILITÀ CON CUI IL VIRUS PUÒ MIGRARE DI PERSONA IN PERSONA, NON SOTTOVALUTINO EVENTUALI SINTOMI (FEBBRE, TOSSE, AFFANNO, MAL DI TESTA ecc.) ANCHE SOLO PER TUTELARE GLI ALTRI DA ULTERIORE CONTAGIO, STANDO A CASA COME DISPONE IL DECRETO E RISPETTANDO LE NORME IGIENICHE CHE ORMAI SONO STATE DETTE E RIDETTE IN OGNI MODO ANCHE SOLO NEL RECARSI A FARE LA SPESA.

 

Per quanto riguarda chi, consapevole di non conoscere la vicenda ha pubblicato foto prese senza il consenso di mia madre per puro scopo denigratorio, è bene che sappia che ciò configura sicuramente reato e non è escluso che si possa procedere a querela.

 

Mio zio, invece, viene reso identificabile da alcuni precisi dettagli e soprattutto c’è una velata intenzione di attribuirgli una “colpa” circa la diffusione o comunque procurare un senso di allarme negli altri perché “viaggia sempre con l’autobus e lavora al CUP”, posti notoriamente affollati.

 

Detto questo posso ritenermi orgoglioso del senso di responsabilità della mia famiglia, cosa non scontata a quanto si apprende dalle notizie che si leggono.

 

Non capisco il piacere o il desiderio che alcuni individui hanno, intentando una maldestra caccia all’untore, di entrare nella vita privata delle persone che già stanno vivendo momenti di tensione e preoccupazione: oltre all’aspetto clinico del ricovero e del quasi scontato peggioramento (anche se si sa che è un aspetto della malattia ci si prende davvero tanta paura), si è messi veramente a dura prova psicologicamente perché mentre i tuoi cari avrebbero bisogno di sostegno morale noi tutti siamo costretti a stare a casa, siamo costretti a non poter tornare vicino alle nostre famiglie e a sentirci impotenti e di poco aiuto nel non poter dare il giusto sostegno morale.

 

Vi invito a riflettere anche sul fatto che, se proprio vogliamo dare colpe a qualcuno, i veri “untori” non sono quelli che per primi contraggono una malattia o semplicemente per una propria fragilità vengono ricoverati ma chi, in questo mese di obbligate accortezze per tutti, ha pensato che a sé stesso e ai propri cari non potesse mai succedere nulla e si è sbilanciato irresponsabilmente in comportamenti che hanno aiutato il veicolarsi di questo virus che sarebbe stato invece necessario stoppare sul nascere.

 

ORA ABBIAMO CAPITO CHE È NECESSARIO NON SPOSTARSI? Qualche giorno fa avrei aggiunto “ai primi sintomi”, adesso invece la situazione è molto più drastica in quanto è stata troppo sottovalutata da tutti e tutti siamo possibili soggetti veicolanti.

 

Convinto che l’ignoranza si combatte con la cultura, anche se qui non si è trattato di calunnia, lascio questa nota aria di Rossini (con testo trascritto per facilitare la comprensione) che, se ascoltata attentamente, può far riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni compiute. E magari evitarne altre, sbagliate, future.

 

La calunnia è un venticello,

 

Un’auretta assai gentile

 

Che insensibile, sottile,

 

Leggermente, dolcemente

 

Incomincia a sussurrar.

 

Piano piano, terra terra,

 

Sottovoce, sibilando,

 

Va scorrendo, va scorrendo,

 

Va ronzando, va ronzando;

 

Nelle orecchie della gente

 

S’introduce destramente

 

E le teste ed i cervelli

 

Fa stordire e fa gonfiar.

 

Dalla bocca fuori uscendo

 

Lo schiamazzo va crescendo

 

Prende forza a poco a poco,

 

Vola già di loco in loco;

 

Sembra il tuono, la tempesta

 

Che nel sen della foresta

 

Va fischiando, brontolando

 

E ti fa d’orror gelar.

 

Alla fin trabocca e scoppia,

 

si propaga e si raddoppia

 

e produce un esplosione

 

come un colpo di cannone

 

un tremuoto un temporale

 

un tumulto generale

 

che fa l’aria rimbombar

 

e il meschino calunniato

 

avvilito, calpestato

 

sotto il pubblico flagello

 

per gran sorte va a crepar

 

si va a crepar”

 

Foto di Vincenzo Diliso 

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