Torna sotto i riflettori della magistratura la Cerin, la società di riscossione dei tributi degli enti locali di diversi Comuni italiani, con sede a Bitonto e già nel passato nell’occhio del ciclone della giustizia. La Procura di Bari ha difatti chiesto il rinvio a giudizio per i due ex amministratori della società, Giuseppe Donato e Mario Colapinto, rispettivamente padre e figlio, e per Grazia Fiore, amministratrice dell’azienda a partire dal 2013. I tre sono accusati questa volta di peculato: in buona sostanza, secondo l’accusa, i Colapinto si sarebbero appropriati indebitamente di parcelle per poco meno di 5 milioni di euro, spettanti all’avvocato che seguiva la società nelle procedure esecutive avviate nei confronti dei contribuenti morosi. Praticamente, la Cerin pare che fatturasse abusivamente ad alcuni enti locali le spese legali per le procedure esecutive «relative all’attività professionale del medesimo professionista al fine di ottenere direttamente il pagamento». Per l’accusa i Colapinto si sono appropriati delle parcelle (migliaia di atti di precetto da poche centinaia di euro l’uno) spettanti al professionista (assistito dall’avvocato Francesco Bonasia), «detraendole dalle imposte con compensazione delle somme riscosse».
Una nuova bufera giudiziaria investe dunque la società bitontina e la famiglia Colapinto, che proprio in queste ore devono affrontare l’udienza preliminare in merito al principale filone d’accusa, l’inchiesta per presunta appropriazione di notevoli somme di denaro che sarebbero dovute invece essere destinati agli enti locali, ed utilizzati dagli ex amministratori pare anche persino in investimenti immobiliari, come un ex convento a Santo Spirito. L’accusa parla infatti di una indebita appropriazione di circa 2,5 milioni di euro di risorse pubbliche, investiti in immobili appunti riconducibili ad un’altra società dei Colapinto, la Siart.
Dunque, un contenzioso complicato e delicato tra Cerin (ai quali, a novembre, la Corte dei Conti ha pure sequestrato beni per un ammontare di poco più di 4.5 milioni di euro) e Comune di Bitonto, parte civile nel procedimento ed assistito dall’avvocato Giovanni Capaldi. Ma non è tutto, perché nelle ultime settimane il Tribunale civile ha condannato Palazzo Gentile a pagare a Cerin circa 2 milioni di euro a fronte di fatture che la società aveva presentato per 5 milioni.