Entrando a Palombaio, frazione di Bitonto, è impossibile non notare delle palazzine. I colori verde e viola balzano subito agli occhi. Ma, purtroppo, non sono le uniche cose evidenti. A manifestarsi è anche il degrado in cui versa il complesso, da tempo denunciato dai residenti degli stabili. Parola, questa, decisamente non adatta a descriverne le condizioni.
Cornicioni e balconi a rischio crollo, impianti elettrici vecchi e pericolosi, infiltrazioni e sversamenti fognari sono solo alcuni dei problemi sollevati da Annalinda Lupis, residente ed esponente del Movimento di lotta per la casa – Bari, che sottolinea come la situazione più pesante derivi dalla frequente assenza di acqua potabile, a causa dell’autoclave non funzionante da oltre dieci anni: «Problemi accertati dai vigili del fuoco, che hanno riscontrato da tempo l’inagibilità. Nelle “case verdi” abitano 28 famiglie baresi, assegnatarie di alloggio in emergenza abitativa da parte del Comune di Bari. Nonostante, infatti, l’edificio sia nel territorio di Bitonto, la proprietà è del capoluogo, tanto che la zona è pure detta “i baresi”. Siamo tutti a rischio sfratto. Se ci mandano via, dove andiamo?».
«Non c’è mai stata manutenzione, ordinaria o straordinaria. L’Erp (Ente Ripartizione e Patrimonio, ndr) di Bari ci chiede anche di provvedere ad alcune spese, nonostante non ci spetti, non essendo nostra la proprietà» denuncia Annalinda Lupis, dopo che, ieri, da uno degli appartamenti, un’ingente perdita di acqua ha aggravato ulteriormente la situazione: «In molti appartamenti i pavimenti sono sollevati, la caldaia non funziona e i vetri rotti ci costringono a stare al freddo in inverno. Tuttavia, si continua a fare assegnazioni».
«Il comune di Bari è latitante» continua Lupis, ricordando che, negli anni, i residenti hanno più volte denunciato: «Nessuno può dire di non sapere. Le relazioni degli ingegneri, settimane fa, parlavano di “urgente manutenzione straordinaria”. Nessuno dall’Erp fino a ieri ha inviato qualcuno per eseguire rilievi e accertamenti. Oggi è prevista una visita. Abbiamo chiamato vigili del fuoco, carabinieri, polizia locale di Bitonto. Quest’ultima, in viva voce e davanti a tutti, ha risposto “E crollassero queste palazzine”».
«Ci sono anziani, minori e disabili. Alcuni vivono qui dai tempi delle prime assegnazioni, circa 30 anni fa. Il rischio è elevato e la assenza totale di cura ed attenzione istituzionale è evidente. Non accettiamo di diventare invisibili. Pretendiamo che il comune di Bari venga subito qui. Vogliamo lavori di manutenzione» prosegue, denunciando una “deportazione” a danno di baresi trapiantati «in un luogo dimenticato, senza servizi e trasporti diretti verso Bari. Non siamo neanche a Bitonto dove ci sono più servizi».
«Pretendiamo il ripristino della nostra dignità di esseri umani. Vogliamo case sicure e dignitose e un sistema di trasporto che non ci tenga distanti dalla città e dal reddito da lavoro» chiude Lupis, con un vero e proprio atto d’accusa verso le politiche abitative di Bari degli ultimi decenni: «La gente in stato di necessità estrema subisce deportazione ed allontanamento dai luoghi di origine. Le istituzioni baresi da decenni applicano la pratica dell’abbandono. La povertà viene riconosciuta come una colpa, un crimine. Allontanare dalla vista la presenza di chi è in povertà è la strategia vergognosa che questa amministrazione comunale ha studiato alla scuola della discriminazione.
Continuo a ritenere fondamentale proseguire con il cammino della lotta contro questo sistema che azzera ogni diritto, discrimina e colpisce solo ed esclusivamente chi sopravvivendo alla precarietà salariale rivendica la propria identità e dignità. La casa è un diritto e il vero crimine è costringere le persone ad abbassare la testa come se, un tetto sulla testa, fosse una specie di favore per intercessione».