“È bastata una mezz’ora per devastare tutto”, un rogo devastante ha consumato una tra le più estese e preziose Oasi della Biodiversità di 3Bee nella regione pugliese nel pomeriggio di ieri 19 luglio, segnando un triste capitolo nella lotta per la conservazione del nostro ambiente. I tecnici 3Bee stimano che l’habitat, ora decimato, richiederà almeno 10 anni per rigenerarsi.
Questo incendio ha avuto un impatto notevolmente negativo sulla biodiversità locale. La distruzione di risorse vitali e dell’intero habitat ha influito notevolmente sulla flora e fauna selvatica che l’Oasi ospitava: nelle più recenti piantumazioni 3Bee ha messo a dimora – come da studio e analisi preliminare – alberi nettariferi a fioriture scalari delle specie più comuni quali meli, peri, ciliegi selvatici e frassini. Oltre alla perdita di vita animale e vegetale l’incendio ha danneggiato anche la biodiversità microbica del terreno e la siccità peggiorerà la situazione.
L’impegno di 3Bee per il ripristino dell’habitat
3Bee è fortemente impegnata nel sostegno e ripristino immediato dell’habitat:
«Il nostro piano di recupero prevede la messa a dimora di nuove piante da nettare, al fine di aiutare la natura a riprendersi dalla devastazione, ma le operazioni di ripristino dell’area saranno purtroppo possibili solo a partire dall’autunno prossimo. Nel frattempo, ogni volta che un’Oasi verrà bruciata, noi ne andremo a creare una nuova, grande il doppio. Il nostro obiettivo è arrivare a oltre 10.000 Oasi create in meno di due anni.» dichiara Niccolò Calandri, CEO dell’azienda.
Importante sottolineare che tra le 2000 piante registrate, più di 400 di queste piante erano in adozione e sostenute da 6 imprese nazionali, impegnate nel progetto di tutela di 3Bee, e circa ulteriori 300 piante erano state selezionate e cresciute da privati cittadini grazie al progetto “Adotta un Albero Nettarifero” di 3Bee. Questo disastro non solo ha un impatto enorme sulla biodiversità, ma coinvolge anche intere comunità di persone che hanno a cuore la conservazione dell’ambiente e che hanno contribuito attivamente alla sua tutela.
Le Oasi della Biodiversità di 3Bee in Puglia rappresentano un esempio tangibile di come l’uomo possa agire in armonia con la natura. Questi progetti puntano a salvaguardare la flora e la fauna autoctone, creando un habitat sostenibile dove la biodiversità può prosperare. L’incendio di quest’Oasi è quindi un duro colpo non solo per la regione, ma per tutti noi.
La figura del “Grower”: un ruolo chiave per la rigenerazione
Al centro di questo progetto c’è la figura del “Grower”, un coltivatore locale che è stato il custode di quest’Oasi della Biodiversità. Il Grower, Giuseppe Sannicandro dell’Associazione no profit Regen di Palombaio – Frazione di Bitonto (BA) ha aderito al progetto di rigenerazione di 3Bee.
La comunità di associati si dedica quotidianamente alla diffusione dei principi dell’agricoltura rigenerativa e dell’agroforestry, sostiene la cultura ecologica del riuso e si occupa di educare alla creazione di reti solidali di economia ecologica, svolgendo anche da loro stessa missione un ruolo cruciale di sensibilizzazione del nostro patrimonio naturale.
Purtroppo, ogni estate la regione della Puglia e molte altre aree dell’Italia devono affrontare la triste realtà degli incendi. Il numero di incendi è andato costantemente aumentando nel tempo, contribuendo in maniera significativa alla distruzione del nostro patrimonio naturale. Secondo l’ISPRA, nel 2022 il territorio italiano è stato interessato da incendi di medie e grandi estensioni (superiori all’ettaro) per più di 68500 ettari, superficie pari quasi all’estensione del Parco Nazionale del Gran Paradiso. «Le cause degli incendi possono essere molteplici, e al momento non abbiamo informazioni che indichino che l’incendio nell’Oasi 3Bee sia stato doloso – riporta l’azienda – tuttavia, teniamo a sottolineare che non è legale né sicuro accendere fuochi, salvo precise pratiche di gestione dei boschi consentite esclusivamente in determinati periodi dell’anno secondo rigide direttive regionali e ad opera degli enti territoriali predisposti».
Di fronte a questa situazione, statisticamente in aumento, possiamo prevenire future catastrofi come questa conoscendo a fondo il tema e adottando pratiche agricole sostenibili. Con il supporto di enti e imprese virtuosi, possiamo individuare solide strategie di tutela regionali e nazionali, con l’obiettivo di proseguire nell’importante lotta al cambiamento climatico e raggiungere risultati concreti.
3Bee è la climate tech company leader nella tutela della biodiversità che realizza progetti rigenerativi tramite tecnologie avanzate. 3Bee utilizza l’ape come fondamentale bioindicatore raccogliendo e interpretando i dati attraverso sistemi proprietari innovativi per monitorare la salute delle api, degli impollinatori e la loro connessione con gli ecosistemi. Inoltre, 3Bee ha sviluppato innovazioni in ambito ambientale: Hive-Tech, un alveare 4.0 che consiste in una rete di sensori IoT che monitorano il benessere delle api; Spectrum, un sistema di conteggio della fauna automatico – in particolare insetti impollinatori – che sfrutta l’intelligenza artificiale per riconoscere la tipologia di animale; Flora, un sistema di di Reti neurali per l’analisi delle biodiversità vegetali, in collaborazione con ESA. Fino ad oggi, 3Bee ha realizzato progetti rigenerativi al fianco di oltre 500 aziende in 10 Paesi che hanno scelto di contribuire concretamente alla protezione della biodiversità. Inoltre, 3Bee collabora con centri di ricerca, scuole, agricoltori, coltivatori e cittadini per promuovere l’importanza della salvaguardia della biodiversità. Dalla sua nascita, 3Bee ha sviluppato una rete di oltre 3.000 apicoltori, installato più di 4.000 sensori IoT e rigenerato oltre 40.000 ettari.