Bitonto sta cambiando. Con l’evolversi dei concetti di
viabilità, mobilità e del concetto stesso di città, della sua vivibilità,
cambiano di conseguenza anche le politiche urbanistiche affinché ci si adatti
alle nuove esigenze, alle nuove domande.
Come sta cambiando quindi Bitonto? Quali sono gli scenari
futuri, le proposte e le idee per il futuro di Bitonto? Lo ha spiegato ieri l’assessore
all’urbanistica, l’architetto Nicola
Parisi, presentando la piattaforma “Bitonto 2020”, elaborata dal Politecnico di Bari e
sviluppata insieme a sei ragazzi neolaureati, frutto di diversi mesi di lavoro.
Una piattaforma che, secondo l’assessore, permetterà alla città di conoscere
meglio il territorio, requisito fondamentale iniziare a confrontarsi sullo
sviluppo e sul futuro della città.
«Questa piattaforma è stata
pensata per avere un interfaccia diretta con tutti i cittadini interessati a
scoprire la città come era, come è e come sarà – spiega Parisi – Per affrontare le sfide future e per
sfruttare al meglio i finanziamenti è necessario avere idee, progetti,
conoscendo il territorio. Proprio per questo la stiamo aggiornando con tutti i
dati a nostra disposizione per ampliare il sistema delle conoscenze
consultabili, nell’ottica di una maggiore partecipazione dei cittadini. Stiamo
mappando tutti i terreni, le proprietà comunali. Qualcosa che mai è stato
fatto. Tutto ciò sarà a lavoro finito liberamente consultabile dai cittadini.
La piattaforma, inoltre, sarà riempita con idee e documenti programmatici e
renderà più rapida la consultazione, basandosi su quelle che sono le sei
categorie su cui si basa il concetto di smart city: economia, governance,
ambiente, vivibilità, mobilità, partecipazione dei cittadini. Riusciremo a raccontare
quello che oggi è la città, sulla base di queste categorie. Si potrà vedere
quante strutture ricettizi ci sono, i mezzi di trasporto presenti in città, la
viabilità».
Ma per quanto innovativa, per avere un risultato sarà necessaria
la partecipazione, il sostegno e la collaborazione dei cittadini, delle
associazioni con l’amministrazione come ribadisce Parisi: «Questo è il momento in cui la città deve iniziare a confrontarsi e
mettere sul tavolo, su tutti i temi, impostazioni diverse. Mi auguro che a
partire da tutto ciò si accenda un lavoro vero, un confronto».
A partire dai confini, che sono da una parte, verso il
cimitero, schiacciati dalla ferrovia e dalla SP231 e meno marcati e «quasi inesistenti verso San Paolo, dove la
campagna entra nelle abitazioni, tra quei caseggiati con servizi ancora in
attesa di essere costruiti, e diventa luogo facile da utilizzare come discarica
rapida».
Proprio in quella fascia l’assessore spiega la sua idea di
costruzione residenziale futura, secondo un criterio che accettando la mancanza
di confine crei una intersezione tra mondo agricolo e mondo residenziale,
abbassando la densità abitativa e aumentando il rapporto con campagna e
agricoltura, tramite la costruzione di case, in un’ottica di sostenibilità, che
siano legate all’attività agricola, case che si fonderebbero con l’uso che
verrebbe fatto del territorio.
Un altro concetto introdotto da Parisi è quello delle “agopunture urbane”, cioè interventi
mirati, in concerto con proprietari e residenti, per migliorare quegli angoli
dove si annidano sporcizia e mancata cura.
«Sulla zona artigianale– prosegue – la direzione da prendere
deve seguire gli assi di sviluppo indicati dall’Europa. Solo così possiamo
accedere ai finanziamenti».
Parisi spiega anche la necessità di una profonda revisione
della viabilità, «questione importante perché
presupposto per qualsiasi sviluppo futuro della città». Una viabilità che
dovrebbe essere, nelle vie del centro basata sui sensi unici.
L’idea esplicata comprende l’allargamento della ZTL alla
parte ottocentesca del centro storico, con la limitazione del parcheggio
libero: «Ripenserei all’area del Park
& Ride e all’area vicino i Santi Medici. Più difficile è pensare alla zona
di piazza Caduti del Terrorismo».
Tra le altre idee enunciate ci sono l’apertura al pubblico del
giardino di Palazzo Gentile e una revisione di piazza Aldo Moro che consentirebbe
di restituire il sagrato alla chiesa di San Francesco e quella caratteristica
storica che, prima della sua costruzione, nell’800, consentiva da via Repubblica
di vedere il Torrione, oggi coperto dai lecci: «Non sono convinto di alcune delle forme ottocentesche della città, a
partire da quella di piazza. Una revisione è possibile. Se alla Sovrintendenza
si presenta un progetto credibile, accetta perché la qualità c’era nel ‘700,
nell’800, ma anche oggi».
«Su questi temi, sulla
valutazione delle linee generali, mi auguro si vedere sempre più partecipazione
dei cittadini» conclude Parisi.